Il collaboratore di giustizia, che ha avviato un percorso spirituale da diacono, è stato sentito nel processo contro Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi, imputati per voto di scambio politico-mafioso
Annullate in toto le ordinanze cautelari dei tre indagati finiti in carcere su disposizione del gip Roccia. Accolte tutte le censure difensive esposte dagli avvocati Guido Siciliano, Roberto Le Pera e Angelo Nicotera
Presente in Reset ma anche in Recovery, il presunto sodalizio criminale a caccia di droga da Milano alla Piana di Gioia Tauro. Ecco le ipotesi investigative
Già "reggente" del clan degli italiani di Cosenza, uno dei principali soggetti finiti nel mirino della Dda di Catanzaro, ha alle spalle numerosi procedimenti penali. Ecco quali sono
Il presunto "alter ego" di Francesco Patitucci avrebbe costituito un sodalizio di spacciatori operanti nelle varie zone dell'area urbana nel settore del narcotraffico
L'indagato è accusato di aver fatto parte di una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La difesa ha ottenuto però una modifica della misura cautelare
Il collaboratore di giustizia, nel febbraio 2023, aveva fatto i nomi dei gruppi operanti nella città dei bruzi. Le sostanze stupefacenti vengono acquistate anche fuori regione
Sebbene si tratti del periodo investigativo di Reset, la Dda di Catanzaro ha ulteriormente sottolineato il ruolo di boss del noto pregiudicato che nel 2021 fu condannato al "fine pena mai"
Secondo la Dda di Catanzaro ci sarebbe un collegamento tra il ruolo che gli investigatori attribuiscono alla donna e la somma di 389mila euro rinvenuta a casa del fratello Salvatore
È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta Recovery. Gli indagati parlano della gestione del narcotraffico e della somma di 45mila euro che "vantava" l'allora "reggente" del clan degli italiani di Cosenza
La circostanza emerge dalle motivazioni della sentenza di Rinascita Scott, dove il pentito aveva riferito su un fatto che sarebbe avvenuto nel carcere di Cosenza
Il narcotrafficante reggino sotto falso nome si recò da un odontoiatra della zona. Per la Dda la sua latitanza sarebbe stata gestita da persone vicine a Michele Di Puppo