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Nella splendida cornice della Dimora storica Grisolia di Cosenza, Franco Laratta ha discusso con don Ennio Stamile e Antonella Gullà sulle condizioni della Calabria, sui rischi che corre la nostra terra, sul ruolo della politica, della chiesa, della società nella lotta contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Don Ennio Stamile, per sette lunghi, difficili anni è stato referente regionale di Libera in Calabria, ed è da sempre in prima linea nel tentare di dare una risposta e una speranza alla difficile realtà della Calabria.
Una realtà che don Ennio, con il suo impegno diretto, con le sue associazioni, ha voluto ascoltare, difendere, raccontare.
Antonella Gullà è una giovane e dinamica imprenditrice crotonese che con l’azienda di famiglia, Avicola Benincasa, lotta continuamente contro gli ostacoli della burocrazia che soffocano le imprese, impedendo di avere quanto è in loro diritto. Antonella, tranquilla e testarda, non si è mai arresa e ha raggiunto gli obiettivi che con il marito Gabriele si era data. Ma gli ostacoli e le difficoltà sono stati tanti.
Don Ennio nel suo libro “Nonostante tutto”, presentato nel corso della serata, ha raccontato una storia ai più sconosciuta. Una storia assai difficile di ingiustizia. Quella di Franco Cascasi, un imprenditore vibonese coraggioso e visionario, che sognava di cambiare il territorio in cui vive e opera da tantissimi anni, sfidando la ‘ndrangheta ma lottando anche contro le istituzioni troppo spesso colluse.
Ennio Stamile, stimolato da Franco Laratta, è stato secco e preciso: «Quello che manca in Calabria è prima di tutto lo Stato e le sue diramazioni».
La Calabria che è venuta fuori è fatta di storie che simboleggiano una terra mortificata e spesso umiliata da uomini spregiudicati e senza alcun pudore. Una terra che rimane tutt’ora assai difficile. Ma si vedono per fortuna segni di speranza.
La vicenda di Franco Cascasi è emblematica, perché mette in luce le difficoltà enormi che deve vincere un imprenditore onesto, una delle quali si chiama indifferenza. Saranno tanti in Calabria gli uomini coraggiosi che sfidano la ‘ndrangheta. Ma ancora tanta è l’indifferenza. Quella dei cittadini, quella del potere, quella delle istituzioni dello Stato.
Franco Laratta che ha elogiato gli imprenditori sani e onesti come Antonella Gullà, ha ricordato le battaglie di don Ennio Stamile e di Libera, tanto che Franco Muto, storico boss di Cetraro, detto “il Re del pesce” , ebbe a dire: «Questo prete ha davvero seccato». Tante sono le minacce e le intimidazioni che ha subito don Ennio in tanti anni di impegno civile in Calabria. Don Ennio è un sacerdote. Ma c’è anche una parte del clero calabrese che non si è mai apertamente schierata contro la mafia, mantenendo rapporti con i malavitosi locali.
Nel corso del dibattito è stato anche ricordato il ruolo delle banche (da qui il caso dell’imprendore De Masi), quello dei gravi casi di malagiustizia (vedi quanto accaduto a Mario Congiusta con l’assassinio rimasto impunito, del giovane e innocente figlio Gianluca), così pure i tanti casi di complicità e connivenza in troppi strati della società, dell’economia, delle istituzioni.