L’emergenza coronavirus in Calabria comincia ufficialmente il 28 febbraio scorso, quando l’Istituto “Spallanzani” di Roma conferma la positività al test del “paziente 1” di Cetraro, deceduto di recente. E’ il giorno in cui la nostra regione prende coscienza che il virus, anche se arrivato dal Nord, supera ufficialmente la catena montuosa del Parco Nazionale del Pollino. L’apice si raggiunge il 16 marzo 2020. Ecco cosa scrive il Dipartimento Salute della Regione Calabria, nel report pubblicato sul sito RCovid19.it. «La percentuale dei casi positivi sul totale dei soggetti testati ha raggiunto un massimo in data 16 marzo (10,9%), per poi decrescere, in modo più marcato, dal 28 marzo, fino ad arrivare al 4,7% in data 19 aprile».

La Calabria – rispetto alla Puglia, Sicilia e Campania – è riuscita a contenere abbastanza bene il coronavirus. Ad oggi, si contano più di mille casi, di cui quasi la metà in provincia di Cosenza. Un dato, quello appena citato, che è influenzato dal focolaio di “Villa Torano“, l’Rsa di Torano Castello, che (allo stato attuale), ha causato più di 130 contagi. Un numero altissimo che supera anche quello della Rsa di Chiaravalle, dove invece il dato più negativo è senza dubbio quello dei decessi (27 nel momento in cui vi scriviamo).

Dati aggiornati al 19 aprile 2020

Vediamo quindi nel dettaglio la profonda analisi dei dati eseguita dal Dipartimento Salute della Regione Calabria circa l’andamento epidemiologico da Covid19 nella nostra regione. Di seguito le tabelle.

  • A distanza 50 giorni (oltre 7 settimane) dal primo caso COVID-19 positivo in Calabria, confermato in data 28 febbraio 2020, la situazione complessiva* è riassunta nella seguente tabella (tabella 1).
  • La statistica riguardante l’età dei pazienti pediatrici positivi a COVID-19 è riportata nelle tabelle 2.3 e 2.4.

«In termini percentuali i soggetti in età pediatrica contagiati rappresentano il 5,4% sul totale dei soggetti positivi. È documentato che i soggetti maggiormente a rischio d’infezione da SARS-CoV-2 sono coloro che si trovano a contatto stretto con pazienti affetti da COVID-19, in primis gli operatori sanitari impegnati in assistenza diretta ai casi» si legge nel report realizzato da Benedetto Caroleo, Dario Macchioni, Eduardo Malacaria, Anna Domenica Mignoli e Filomena Mortati.

  • La tabella 2.5 riporta la distribuzione per fascia di età e sesso dei casi tra il personale sanitario.

«Il primo caso di COVID-19 tra gli operatori sanitari si è verificato nella provincia di Crotone, mentre il numero maggiore di casi si è riscontrato nella provincia di Catanzaro, in seguito al focolaio individuato presso una RSA» è riportato nel report della Regione Calabria.

  • La distribuzione per provincia alla data del 9 aprile è riportata nella tabella 2.6.

I casi di coronavirus nelle strutture per anziani

«Una seconda categoria di soggetti a rischio è rappresentata dagli ospiti delle Strutture residenziali sociosanitarie. In tali strutture gli ospiti, in genere con un’età superiore ai 60 anni, spesso presentano patologie multiple, croniche, fragilità e disabilità. Tale categoria di soggetti è potenzialmente a maggior rischio di evoluzione grave, qualora colpiti da COVID-19».

  • Nelle tabelle 2.7, 2.8 e 2.9 è riportata la statistica dei casi confermati riconducibili a queste strutture, inclusi gli Operatori Sanitari e Socio Sanitari e i contatti che sono risultati positivi al tampone rino-faringeo, nella regione Calabria.

«Il caso positivo nella fascia 10-20, nel corso dell’indagine epidemiologica, è risultato essere un contatto stretto di un soggetto positivo riconducibile ad una RSS» scrive il Dipartimento Salute.

L’andamento dell’epidemia in Calabria

  • Nella figura 1 è riportato l’andamento nel tempo di tale variabile (frequenze assolute cumulate).
  • Nel grafico che segue (figura 2), è illustrato l’andamento dei casi positivi, rispetto al totale dei soggetti sottoposti a test per COVID-19/SARS-Cov-2.
  • Nel grafico sottostante (figura 3), è illustrato l’andamento, nell’intervallo considerato, del totale dei test effettuati (dati aggregati cumulati) e di quelli effettuati giornalmente.
  • Nel grafico che segue (figura 4) è possibile visualizzare l’evoluzione dell’andamento deicasi attivi [casi totali – (guariti + deceduti)], distinti per lo stato di ricovero in reparto o in rianimazione, ovvero di isolamento domiciliare.
  • Nella figura 4 bis è riportato l’andamento dei nuovi casi attivi. Nel periodo di osservazioneil valore più alto (96 nuovi casi) è stato raggiunto in data 27 marzo in relazione con il manifestarsi di un focolaio all’interno di una RSA.
  • Nella figura 4 ter è riportato l’andamento dei casi attivi per 1000 abitanti in Regione Calabria. Nel periodo di osservazione il picco è stato raggiunto in data 16 aprile con 0,435 casi per 1000 abitanti (pari a 4,35 casi per 10000 abitanti).
  • L’attuale situazione dei deceduti e dei guariti COVID-19 è riportata nel grafico che segue (figura 6). Si precisa che per paziente guarito si intende colui per il quale si risolvono i sintomi i sintomi dell’infezione da COVID-19 (febbre, rinite, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, polmonite) e che risulta negativo in due tamponi consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-232.

In data 13 aprile 2020, per la prima volta durante l’epidemia, il numero dei guariti (dato cumulato) ha superato il numero dei deceduti (dato cumulato).

Calabria, le conclusioni del Dipartimento Salute

«L’analisi dei dati del periodo 29 febbraio-19 aprile conferma come in Regione Calabria la curva di crescita dei casi positivi abbia assunto un andamento simil-esponenziale nella prima fase dell’epidemia, fino alla data del 27 marzo. I dati indicano che in Calabria i casi sono aumentati in modo simil-esponenziale fino al 20 marzo. A partire da tale data si evidenza un decremento. Si segnala che il picco di nuovi casi giornalieri verificatosi in data 27 marzo è da porsi in relazione con un focolaio accertato in una RSA».