«Ha rifiutato un abbraccio, era di spalle e l’ho colpita». Con queste parole, Alessio Tucci ha confessato agli inquirenti l’omicidio dell’ex fidanzata Martina Carbonaro di appena quattordici anni, lapidata perché “colpevole” di avere interrotto la loro relazione. «Martina non mi voleva più», ha provato a giustificarsi il diciannovenne che, dopo aver nascosto il corpo della ragazzina nel casolare abbandonato dove si erano incontrati, ha fatto una doccia, è uscito con gli amici, e poi ha partecipato alle ricerche della ragazzina insieme con i genitori di lei.

Roberta Attanasio, presidente del Centro antiviolenza Lanzino di Cosenza, commenta: «Quest’ultimo caso di femminicidio è sconvolgente, ma purtroppo non ci sorprende. L’abbassamento anagrafico delle vittime di violenza di genere è un dato con il quale facciamo i conti ormai da tempo».

L’assassinio di Afragola scuote le coscienze per la crudeltà con cui è stato consumato e per la giovane età della vittima e del suo carnefice. Roberta Attanasio riflette: «L’indignazione non basta più. Servono una solida riflessione e risposte immediate da parte del governo. Invece, non più tardi di un mese fa, abbiamo sentito il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara affermare che i corsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole richiedono il consenso informato dei genitori».

Lo scorso mese di marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge che introduce il reato di femminicidio, per il quale è prevista la pena dell’ergastolo. La presidente del CAV Lanzino di Cosenza precisa: «Le leggi in Italia ci sono già, e non ne servono di nuove. Il contrasto della violenza di genere deve essere culturale prima che giuridico. Fino a quando la donna verrà trattata alla stregua di un oggetto da possedere, sarà inutile pensare che l’ergastolo rappresenti un deterrente».

Leggi anche ⬇️

Non vali niente. Stai a casa. Occupati soltanto dei figli. Pregiudizi e stereotipi alimentano e giustificano la violenza sulle donne, sia a livello psicologico che fisico. Estirparli significa investire sulla educazione delle nuove generazioni. Il progetto RispettAmi della Regione Calabria si prefigge questo obiettivo: un finanziamento pari a 376mila euro a favore dei centri antiviolenza regionali da destinare a interventi di coaching e mentoring all’interno delle scuole primarie e secondarie di primo grado.

La presidente del CAV Lanzino di Cosenza Roberta Attanasio evidenzia: «Un’adolescente su quattro viene schiaffeggiata dal fidanzato, controllata nei propri movimenti e nel modo di vestire. Come centro antiviolenza, ci capita spesso di essere contattati in emergenza dalle scuole che denunciano molestie e aggressioni fisiche nei confronti delle proprie alunne».

Sei contro la violenza alle donne? Dichiaralo

Le campagne di educazione e sensibilizzazione nelle scuole si affiancano alle attività quotidiane che il CAV di Cosenza svolge a favore delle donne vittime di violenza: ascolto, supporto psicologico, assistenza legale e inserimento lavorativo. La presidente Roberta Attanasio ammette: «I fondi di autonomia sui quali possiamo contare rappresentano soltanto una piccola quota, ed è per questo che contiamo molto sulle donazioni del 5×1000».

“Sei contro la violenza alle donne? Dichiaralo. Il claim della campagna è forte e incisivo. Roberta Attanasio spiega: «È sufficiente inserire il codice fiscale 98018460786 nella dichiarazione dei redditi, all’interno del riquadro dedicato al sostegno degli enti del terzo settore. Scegliere di destinare il 5×1000 al CAV Lanzino è semplice e non costa nulla, ma per noi rappresenta un gesto potente. Le donazioni ci consentiranno di realizzare progetti di accoglienza ed empowerment, come quello denominato Fuori Posto, rivolto alle donne della provincia di Cosenza. Uno spazio creativo, un laboratorio di design, artigianato e sartoria, un percorso di autostima per uscire dalla violenza e ricostruire una identità devastata dai soprusi e dalle discriminazioni».