«Credo che la manifestazione è importante. I sindaci manifestano così come i sindaci accolgono i cittadini che manifestano all’interno delle proprie città. I sindaci non hanno mai fatto male a nessuno. Quando protestano al massimo possono lasciare la fascia tricolore per terra». Lo ha detto Antonio Decaro, presidente dell’Anci, a Cosenza a margine di un incontro pubblico dal titolo “No all’autonomia differenziata, sì all’Italia dei comuni”.

«Io credo – ha poi aggiunto Decaro parlando con i giornalisti – che le manifestazioni o le discussioni come quelle che stiamo facendo stamattina siano necessarie. Il dialogo è fondamentale anche perché noi cittadini del Sud, e sindaci del Sud che li rappresentiamo, siamo preoccupati rispetto all’organizzazione che si dovranno dare le regioni nel gestire 26 materie e quasi 500 attività, che sono attività gestionali, non sono attività legislative, attività di pianificazione, attività di programmazione, che sono le attività che normalmente fanno le Regioni secondo la Costituzione. Diventa un’attività di gestione e corriamo il rischio di aumentare conflitti, questioni burocratiche, rallentamenti, procedure.

Contemporaneamente vogliamo capire quante risorse servono e da dove arrivano le risorse, se riusciremo mai a trovare le risorse per finanziare i livelli delle prestazioni perché la Costituzione dice che i servizi e i diritti devono essere uguali indipendentemente dal luogo dove nasci o dal luogo dove decidi di andare a vivere nel nostro paese e già oggi che non abbiamo superato la spesa storica questo non accade L’autonomia differenziata può ulteriormente frammentare il Paese, un Paese che può diventare classista con una gerarchizzazione territoriale che abbandona il Sud al proprio destino e rischiamo di far diventare più poveri quelli che sono già poveri. Questa è la nostra paura. Noi crediamo di aver dimostrato negli anni di essere una classe dirigente che sa fare il proprio dovere. Noi abbiamo dimostrato che siamo l’unico comparto di questo paese che quelle risorse le sta spendendo. Sono 230.000 gare su 35 miliardi assegnati direttamente ai comuni, 32,5 sono già andati in gara, 12 miliardi e mezzo sono già stati assegnati. Io non credo ci sia un ministero o un’agenzia dello Stato che abbia fatto le stesse cose».