Licenziata, mortificata nella dignità e nel lavoro, ennesimo (ottavo) licenziamento negli ultimi sei mesi nella gestione della società che gestisce il depuratore Coda di Volpe (Azienda Kratos), di cui è amministratore delegato il famoso gestore Alfonso Gallo.

Da lavoratrice con oltre 20 anni di servizio, legata al proprio dovere come dipendente di un’azienda privata dedita alla quotidianità del lavoro in un contesto di questioni legate al ciclo integrato delle acque e alla depurazione in provincia di Cosenza, mi trovo in una situazione complessa. Da una parte, il Consorzio Valle Crati (presidente Granata) ha causato ritardi e inefficienze per oltre dieci anni, rendendo non spendibili centinaia di milioni di euro destinati al completamento delle infrastrutture fognarie, vanificando la possibilità di raddoppiare il depuratore consortile in provincia di Cosenza. Dall’altra parte, la gestione quotidiana dell’Azienda Kratos non ha mantenuto la promessa di un piano industriale per rilanciare la gestione produttiva del depuratore Coda di Volpe, rinunciando a un progetto di innovazione tecnologica e industriale e disattendendo gli impegni di formazione presi durante le trattative con le parti sociali.

Oggi, grazie alla disponibilità creata dalla giunta regionale con l’istituzione dell’autorità unica per i settori idrico integrato e dei rifiuti, a pagare le conseguenze delle inefficienze della cattiva gestione sono i lavoratori. Questo è l’ottavo licenziamento negli ultimi sei mesi da parte della società che gestisce il depuratore consortile.

Dopo anni di lavoro, mi trovo licenziata senza preavviso e senza motivazioni, mai un richiamo scritto o verbale. Oggi più che mai sono senza futuro e senza certezze per la mia famiglia, licenziata in tronco con una comunicazione online, forse perché iscritta al sindacato (UIL Trasporti), forse perché con i miei colleghi rivendicavamo certezze su un programma industriale per il rilancio del depuratore, forse perché denunciavamo l’immobilismo delle istituzioni preposte.

Il mio stato di cittadina mi rende vulnerabile e mi relega nell’impossibilità di realizzare la professionalità acquisita in 22 anni di servizio in questo settore. A 45 anni, madre separata con due figli a carico, mi trovo indifesa in una società complessa e priva di opportunità occupazionali. Eppure il settore della depurazione è in sviluppo, presente nei piani regionali di investimento e coinvolto nella disponibilità dei fondi europei e del PNRR.

Da qui, faccio appello a fermare la prepotenza di un amministratore delegato, Alfonso Gallo della Kratos, che deve affrontare con consapevolezza e maturità un confronto democratico e corretto con le relazioni sindacali. È necessario individuare un tavolo di confronto sulle questioni aperte, su come rilanciare una grande azienda presente sul territorio nazionale in un contesto di sviluppo regionale, dove l’autorità idrica integrata, il mondo dei rifiuti e della depurazione premiano politiche di sviluppo. La grande questione ambientale del mare pulito e del rilancio delle infrastrutture idriche è cruciale, specialmente a fronte della mancanza di acqua in Calabria.

Un appello alle forze sociali, al sindacato, alla politica e alle istituzioni per un confronto e una richiesta di convocazione di un tavolo in prefettura sulle questioni del lavoro e dello sviluppo.

Rita Pignataro