Gentile direttore, sono la sorella di una paziente di 52 anni che, nel  giugno scorso, ha scoperto di essere affetta da una malattia ematologica rara e aggressiva  Per tale motivo, è stata ricoverata per più di un mese nell’Unità operativa di Ematologia dell’ospedale Mariano Santo di Cosenza e successivamente  seguita, fino a tuttoggi, dal Day hospital, reparti diretti entrambi dal dottor Massimo Gentile.

Vorrei dedicare due righe al personale sanitario che, nonostante la mole di utenti che afferiscono giornalmente al presidio, si impegna in  tutte le declinazioni professionali a dare il massimo dell’assistenza in situazioni spesso infauste. Pur comprendendo la complessità emotiva che  investe i caregiver, dal momento della diagnosi e per  tutto il percorso terapeutico del congiunto coinvolto, vorrei ricordare che, in particolar modo il  personale medico, è anch’esso umano, con un  bagaglio di grandi responsabilità professionali di  fronte a malattie così serie. 

Spesso siamo noi familiari a bersagliare i medici di  domande, paure e ansie di cui, obiettivamente, non  hanno colpa. Insieme a mia sorella li abbiamo sempre trovati pronti all’ascolto, disponibili a evadere richieste anche  tramite mail, ad esempio in attesa di refertazione degli  esami. E se qualche volta gli umori non erano al top, abbiamo avuto l’umiltà di comprendere e andare oltre. 

Infine, ma non di minore importanza, un  ringraziamento ai volontari dell’Ail di Cosenza che  aiutano, con impegno e dedizione, pazienti e familiari. Un grazie di cuore a tutto lo staff  medico, infermieristico e oss, con profonda stima e rispetto.  

Angelina Caloiero