Il ricorso sulla contestazione a catena presente in Recovery per la posizione di Salvatore Ariello ottiene il via libera della Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il reclamo presentato dagli avvocati Fiorella Bozzarello e Luca Cianferoni. I due penalisti avevano censurato le motivazioni del Riesame di Catanzaro, ritenendo che vi fosse una violazione di legge sulla retrodatazione dei termini di custodia cautelare.

Già in precedenza la Cassazione aveva condiviso questa tesi, come nei casi di Francesco Patitucci, Mario “Renato” Piromallo, Ivan Montualdista, Adolfo D’Ambrosio, Simone Ferrise e Silvia Guido. Oggi è toccato anche a Salvatore Ariello, già imputato nel processo Reset.

Secondo la Dda di Catanzaro, Salvatore Ariello, «nella sua qualità di dirigente, promotore, organizzatore e finanziatore dell’associazione, opera in stretta sinergia e collaborazione con Francesco Patitucci, con il quale concorda le principali strategie da adottare per l’attuazione dello specifico programma criminoso. In particolare, si occupa del rifornimento di sostanze stupefacenti per il narcotraffico», avrebbe individuato e selezionato «i canali per l’acquisto di sostanze stupefacenti, procurandosi ingenti quantitativi da destinare al mercato illecito della provincia cosentina. Egli sovraintende al controllo di aree significative di spaccio e mantiene la gestione delle attività legate al traffico, sia direttamente che attraverso fiduciari o altri collaboratori».

Tra le sue mansioni figurerebbero anche la supervisione dell’attività di spaccio al dettaglio; la gestione della riscossione dei crediti dai vari pusher; l’attività di mediazione per risolvere conflitti interni ai gruppi o con rappresentanti di altre consorterie criminali.