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I due giovani di Grimaldi erano accusati di lesioni personali aggravate dall’uso delle armi. La storia giudiziaria nasce per un motorino. Poi la presunta rissa e infine l’assoluzione.
Rissa a Grimaldi? No, le accuse cadono in dibattimento. Finisce quindi con un’assunzione la vicenda giudiziaria di due ragazzi, accusati dalla procura di Cosenza di aver aggredito con l’uso di una spranga di ferro un altro giovane del posto.
I fatti, secondo l’ufficio di procura, si sarebbero svolti in un luogo pubblico alla presenza di altre persone. Il movente? Un motorino nella disponibilità della persona offesa, acquistato da uno dei imputati. Motorino non pagato totalmente e quindi ritornato in possesso di uno dei ragazzi.
Il processo
A processo c’erano Simone Arena e Simone Funaro, entrambi difesi dagli avvocati Ernesto Granieri e Pietro Sammarco, i quali hanno smontato passo dopo passo il castello accusatorio, soffermandosi sulle contraddizioni della persona offesa che in aula aveva raccontato una versione dei fatti non confermata dai testimoni sentiti dinanzi al tribunale di Cosenza. In realtà, secondo quanto è emerso nel corso dell’istruttoria dibattimentale, tra i due imputati e la presunta vittima ci sarebbe stata solo una lite verbale. Quindi nessuna rissa a Grimaldi.
La procura di Cosenza aveva chiesto la condanna di Funaro, mentre per Arena l’assoluzione. Il giudice monocratico Palmira Formoso, invece, ha accolto le richieste degli avvocati assolvendo i due imputati. (a. a.)