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La Dda di Catanzaro non ha dubbi quando descrive il ruolo (importante) di Erminio Pezzi nella presunta confederazione di ‘ndrangheta cosentina. La posizione dell’imputato, accusato di associazione mafiosa nel processo abbreviato di “Reset“, «è strategicamente importante nel tempo e nello spazio». Il pm antimafia Vito Valerio ritiene che Pezzi sia la cerniera «nei rapporti tra vari soggetti dell’associazione, nelle interazioni tra i principali vertici dell’associazione; è un canale di collegamento tra Patitucci, Piromallo, D’Ambrosio, Di Puppo».

Secondo l’ufficio di procura antimafia, diretto dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, Erminio Pezzi «è un canale di collegamento anche con esponenti ed interessi provenienti da associazioni criminali omologhe provenienti dagli altri territori, come accade per esempio per il Crotonese; nonché è un referente che consente attraverso l’individuazioni di luoghi per riunioni strategiche, per favorire la latitanza. È un soggetto che all’interno dell’associazione ricopre un ruolo pratico, organizzativo assolutamente importante» ha dichiarato Vito Valerio.
«Su di lui il suo nome comincia all’interno dell’associazione a circolare dalle dichiarazioni iniziali di Adolfo Foggetti e di Roberto Presta, per intenderci, ma accanto a questo tipo primo compendio dichiarativo, che non è così abbondante come il caso ad esempio di Illuminato e di Ariello, ci sono una serie di visite a casa di Patitucci che noi censiamo con l’intercettazione ambientale, mi riferisco alle visite del 2 ottobre, del 6 ottobre, del 12 ottobre, che dimostrano esattamente quando indicato nel capo d’imputazione, cioè il suo ruolo di cerniera», incontri avvenuti nel mese di ottobre del 2020.
Poi il magistrato antimafia Vito Valerio ha parlato anche di un’intercettazione «tra Montualdista ed Erminio Pezzi del 6 ottobre del 2019, che conferma l’altro dato di cui dicevo prima ovvero dell’essere referente come mediatore di interessi che vengono anche da altri contesti criminali omologhi, ma territorialmente limitrofi, laddove questa conversazione censisce la mediazione, l’intervento di Erminio Pezzi sulle dinamiche estorsive del crotonese».
Di Erminio Pezzi tuttavia ne ha parlato anche l’ex collaboratore di giustizia Roberto Porcaro: «Ci parla di lui come soggetto di vertice inserito nella confederazione partendo da una conoscenza pregressa, risalente al 2009 in occasione di una rapina programmata a un portavalori sulla strada silana 107. Ci parlerà anche del ruolo di Erminio Pezzi nel favorire la latitanza, appunto, dell’allora latitante Ettore Lanzino. Ci parlerà – riferendosi sempre all’ex “reggente” del clan “Lanzino-Patitucci” di Cosenza – anche dell’affiliazione di Erminio Pezzi che avrebbe ricevuto la terza dote da Michele Di Puppo».
Infine, il pm Vito Valerio «parla anche dei luoghi nella disponibilità di Erminio Pezzi a Camigliatello Silano dove detiene armi per conto dell’associazione. E ci chiarisce il suo ruolo di referente nella zona di confine con San Giovanni in Fiore e quindi le profanazioni crotonesi sullo stesso territorio; ovviamente territorio sulla quale la referenza è stata detenuta anche da Adolfo D’Ambrosio, per intenderci. Quindi ci conferma e ci dà una lettura congrua, ragionevole e definitiva su questo ruolo di cerniera di Erminio Pezzi, di cerniera tra nei rapporti, lei luoghi e nello spazio e nel tempo».