La Corte di Cassazione ha ordinato un nuovo giudizio cautelare per Francesco Casella, imputato nel procedimento penale “Reset“, l’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta di Cosenza. Casella, come si ricorderà, è imputato nel capitolo dedicato al narcotraffico contestato alla famiglia Abbruzzese “Banana” di via Popilia.

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Finora le udienze dibattimentali, in corso di svolgimento nell’aula bunker di Lamezia Terme, non hanno fatto emergere il suo presunto ruolo criminale all’interno dell’organizzazione, sebbene la Dda di Catanzaro abbia precisato che il compendio probatorio di Casella è sostanzialmente retto dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, i quali verranno sentiti nei prossimi mesi.

La difesa di Francesco Casella, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Guglielmo Belvedere e Fabio Bonofiglio (nella foto in basso), aveva presentato ricorso al Riesame di Catanzaro, ma i giudici avevano rigettato l’istanza di revoca o modifica della misura cautelare. Così i due penalisti del foro di Cosenza si sono rivolti alla Suprema Corte. Nel corso dell’udienza, la procura generale ha chiesto l’annullamento con rinvio per rivalutare i fatti, e in particolare le propalazioni di Roberto Porcaro, il quale, prima di pentirsi di essersi pentito, aveva detto che Casella non era un associato. Gli avvocati hanno insistito sul punto, presentando una corposa memoria difensiva ai fini del nuovo giudizio cautelare.