Nuova misura restrittiva per Umberto Di Puppo, tra i nomi di spicco delle ‘ndrine cosentine coinvolti nel processo Reset, per il quale, nella fase dell’arringa conclusiva, i magistrati hanno chiesto la condanna a vent’anni di reclusione.

Su richiesta del pm Rossella Torrusio, il gip del tribunale di Cosenza Manuela Gallo ha emesso nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il reato di stalking. Di Puppo è stato denunciato ai carabinieri dalla ex compagna per cui sono scattate le misure previste dal codice rosso. La coppia ha un figlio in comune dell’età di dieci anni. Una prima ordinanza applicata nella settimana precedente al giorno di Natale era stata annullata per un vizio di forma, per cui nella giornata di ieri, 27 dicembre, l’uomo era tornato in libertà ma nella medesima serata i militari della compagnia di Rende gli hanno notificato un nuovo provvedimento restrittivo.

Come si ricorderà, l’esponente dell’omonimo gruppo criminale, 53 anni, rappresentato dagli avvocati Angelo Pugliese e Gianluca Garritano, ha già scontato la pena incassata nell’ambito del processo Vulpes, nel quale i giudici lo avevano indicato quale elemento organico alla cosca Lanzino-Patitucci. Successivamente era tornato dietro le sbarre su richiesta della procura distrettuale di Catanzaro nell’ambito dell’operazione Reset. La Cassazione però, non avendo rilevato a suo carico gravi indizi di colpevolezza, aveva mosso dubbi sulla legittimità dell’arresto per cui, nel mese di luglio 2023, il Tribunale del Riesame ne aveva disposto la scarcerazione. Adesso l’accusa di stalking che ne ha determinato gli arresti domiciliari.