Trattando il capitolo dedicato al clan degli “zingari”, la Dda di Catanzaro ha ripercorso le indagini di “Reset“, rilevando come nel corso delle stesse si siano evidenziati momenti di tensione nel gruppo riconducibile alla vecchia guardia di “Rango-zingari” e alla famiglia Abbruzzese “Banana”. Frizioni, così definite dal pm antimafia Vito Valerio, che sono state riferite e spiegate anche dai collaboratori di giustizia. In particolare dal pentito Ivan Barone e successivamente dall’ormai ex collaboratore Roberto Porcaro.

Circostanze di cui ci siamo occupati dopo l’avviso di conclusioni delle indagini, fase in cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha depositato i primi verbali del pentito Ivan Barone. Era marzo e dalle propalazioni dell’ex componente della cosca di via Popilia, emergevano i dissapori tra i presunti sodali relativamente a dinamiche che riguardavano essenzialmente il nucleo dei Bevilacqua. Il magistrato Vito Valerio, durante la requisitoria, ha fatto riemergere quel contesto, partendo dalla posizione di Cosimo Bevilacqua, alias “il Corvo”.

Cosenza, la situazione nel clan degli “zingari”

Parlando di Cosimo Bevilacqua, la pubblica accusa ha spiegato che l’imputato, tra i soggetti interessati al processo abbreviato di “Reset“, «risponde soltanto del capo 1 e risponde nella sua qualità di promotore, con la specificazione temporale dal primo aprile 2015, in quanto egli prosegue la sua estrazione criminale dall’associazione, Rango-Zingari per intenderci, e mantiene costante la sua caratura criminale, che tra l’altro dopo gli arresti di Rango-zingari sembra per un periodo accrescere, al punto che egli viene individuato come soggetto in grado di conferire doti di ‘ndrangheta, quindi in grado di battezzare».

Gli “italiani” e le intercettazioni

Secondo la Dda di Catanzaro, Cosimo Bevilacqua ha anche ampliato l’autonomia «nella compagine degli zingari soprattutto in riferimento alla gestione delle attività estorsive. Innanzitutto il ruolo di Cosimo Bevilacqua, prima ancora di entrare o meglio di elencare le fonti dichiarative sul suo conto, ci vengono offerte dai riferimenti nelle attività di intercettazioni in quello stesso segmento di indagine che abbiamo più volte indicato ovvero quello che ha portato poi alla contestazione di una serie di tentate estorsioni al duo Enzo Piattello-Michele Di Puppo. In queste intercettazioni al netto della contestazione di reati fine soltanto a Piattello, a Michele Di Puppo e non Fiore Bevilacqua, gli stessi si interrogano e si preoccupano della presenza di Fiore Bevilacqua sul territorio e su determinate attività estorsive, come soggetto sostanzialmente a cui dare conto di alcune attività estorsive in programmazione o in corso di esecuzione» ha aggiunto il pm Vito Valerio.

«Ancora, ci sono poi le intercettazioni, un altro compendio intercettivo, mi riferisco alle intercettazioni di Gianluca Maestri soprattutto nel periodo immediatamente successivo agli arresti di Testa del Serpente, laddove si legge non solo l’intesa di Gianluca Maestri di rapportarsi con la figura di Cosimo Bevilacqua, ma anche in un suo tentativo, per certi versi riuscito, di mettere da parte la figura di Cosimino Bevilacqua». Le frizioni di cui parla la Dda si riferiscono alla scarsa considerazione che gli Abbruzzese “Banana” avrebbero avuto nei confronti del fratello del “Corvo“. Ma il ragionamento della procura va oltre.

Cosa dicono gli altri pentiti

La Dda di Catanzaro, analizzando sempre gli elementi indiziari nei confronti di Cosimo Bevilacqua, ha sottolineato la nutrita schiera di collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni sul “Corvo“, citando nel suo intervento Anna Palmieri, Adolfo Foggetti, Franco Bruzzese e Giuseppe Zaffonte, i quali «descrivono in senso assolutamente convergente e specifico la sua posizione di capo all’interno dell’associazione, che nel momento essenziale di prosecuzione della compagine associativa Rango-zingari e degli arresti dovuti a all’esecuzione di quella misura cautelare in quel procedimento aveva preso le redini e sostanzialmente fungeva come reggente di Maurizio Rango per un certo periodo, fino a poi all’ascesa dei Banana che avevano preso autonomia con il rispettivo gruppo familiare».

Le parole di Porcaro

«Ma a questo si aggiungono ulteriori anche qui elementi dichiarativi che ci vengono dai collaboratori Roberto Porcaro nel periodo di piena collaborazione, nel periodo in cui ha avuto una piena collaborazione e Ivan Barone. Che cosa ci dice Roberto Porcaro? Ci riferisce di una vicenda, inserisce la figura di Cosimo Bevilacqua in un particolare arco temporale, cioè nel 2019, in cui la confederazione e quindi con il coinvolgimento anche dei maggiorenti Italiani, avevano individuato Cosimo Bevilacqua come referente della zona di Acri, Torano per la gestione di alcune attività estorsive diciamo a gestione condivisa italiani e zingari in quella zona territoriale, e siamo nel 2019, con una attualizzazione in avanti del ruolo di Cosimo Bevilacqua. Così come Barone Ivan ne conferma la sua piena appartenenza, ne conferma il ruolo di promotore».