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I mesi di maggio, giugno e luglio si preannunciano decisivi per gli imputati del processo Reset, mentre saranno di attesa per quelli coinvolti nel procedimento penale Recovery. Il primo, lanciato il 1° settembre 2022, giunge ormai verso la conclusione del primo grado di giudizio. Durante l’ultima udienza, il presidente Carmen Ciarcia ha comunicato le date in cui si svolgeranno le discussioni sia della pubblica accusa che delle difese.
‘Ndrangheta a Cosenza, sentenza Reset a luglio
Come di consueto, ad aprire le discussioni sarà la Dda di Catanzaro, rappresentata dai pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti. Non è escluso che, come già accaduto in altri processi antimafia, il capo dell’ufficio richieda la pena finale. Reset, infatti, rappresenta la prima maxi indagine contro i clan cosentini dopo Garden e Missing.
L’inchiesta ha scoperchiato un sistema mafioso che ha toccato vari settori della società civile, dimostrando la forte presenza delle due principali cosche locali: quella degli “italiani” e quella degli “zingari” di via Popilia.
Secondo la Dda di Catanzaro, dal 2012 entrambe le cosche avrebbero creato una confederazione, depositando i proventi illeciti delle loro attività in un’unica “bacinella comune“. Questo quadro investigativo è stato già riconosciuto in un processo abbreviato, dove, a dicembre 2024, sono stati condannati i principali capi delle cosche, tra cui Francesco Patitucci, Mario “Renato” Piromallo, Michele Di Puppo, Adolfo D’Ambrosio e Roberto Porcaro.
Le proteste per le due aule bunker
Tuttavia, al momento, non sono ancora note le motivazioni di quella sentenza. Il giudice Fabiana Giacchetti ha richiesto ulteriore tempo per fornire le ragioni dietro le condanne e le assoluzioni. Nel frattempo, il processo ordinario ha proseguito a buon ritmo, seppur tra alcuni disagi, come lo spostamento dell’istruttoria dall’aula bunker di Lamezia Terme (inagibile dopo l’alluvione) a quella di Castrovillari.
Inizialmente, la struttura ha presentato alcune difficoltà, come odori sgradevoli e temperature particolarmente basse, ma una volta risolto questo problema, sono emersi altri ostacoli. La difesa ha lamentato, infatti, il rigetto delle richieste di legittimo impedimento per udienze coincidenti con sedute in Cassazione. La Corte Suprema, in un caso riguardante un imputato siciliano, ha chiarito che il rifiuto di accogliere tali richieste viola il diritto di difesa, annullando il processo.
Attività investigative e collaboratori di giustizia
Ora, con la conclusione del processo Reset all’orizzonte, i temi al centro delle discussioni sono molteplici e complessi: dalla validità delle indagini condotte dalle forze dell’ordine, alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, fino al valore delle testimonianze delle persone citate dalla pubblica accusa e dalle difese. La sentenza di primo grado per questo processo ordinario, salvo ripensamenti, dovrebbe essere emessa il 15 luglio a Castrovillari.
Il processo Recovery
Parallelamente, il processo Recovery, che prende il via il 26 maggio 2025, si concentrerà su un presunto sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la Dda di Catanzaro, il gruppo, capeggiato dal boss degli italiani Francesco Patitucci, avrebbe avuto il supporto di altri esponenti del clan e gruppi esterni, alimentando il narcotraffico in gran parte della provincia di Cosenza.
Prima del dibattimento, la situazione è stata caratterizzata da rigetti cautelari, con la conferma della gravità indiziaria in vari gradi di giudizio, ma anche da scarcerazioni a causa di provvedimenti lacunosi o privi di motivazioni chiare da parte del Riesame di Catanzaro. È probabile che anche per Recovery vengano fissate due udienze al mese, mentre dal 4 giugno in poi, nell’aula bunker di Catanzaro, comincerà la requisitoria della Dda.
Insomma, i prossimi tre mesi saranno particolarmente intensi e ricchi di tensione, con gli imputati che attendono di conoscere il loro destino giudiziario in due procedimenti di grande rilevanza.