Mario Pranno, Aldo Acri, Francesco Saverio Vitelli e Francesco Cicero condannati anche in secondo grado. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, confermando la sentenza pronunciata il 21 settembre 2021 dal gup Distrettuale Barbara Saccà. Al centro del processo l’omicidio del commerciante Santo Nigro, ucciso nel 1981 dalla ‘ndrangheta cosentina per aver rifiutato di pagare il “pizzo”.

Omicidio Santo Nigro, le condanne in secondo grado

Nel confermare il provvedimento di primo grado, i giudici d’appello hanno comunque riformato tutte le pene. Un anno e sei mesi di carcere in continuazione con il processo “Missing” per l’ex storico boss di Cosenza Mario Pranno (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Gianluca Garritano), un anno e sei mesi di reclusione anche per i collaboratori di giustizia Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli, condanna che va in continuazione stavolta con i processi “Missing” e “Luce“, e infine notevolmente ridotta quella inflitta a Francesco Cicero, fratello di Domenico, condannato a 14 anni di reclusione (30 anni in primo grado). In questo caso hanno inciso il riconoscimento delle attenuanti generiche per un terzo e ovviamente la scelta del rito. Cicero è difeso dagli avvocati Paolo Pisani e Riccardo Maria Panno.

Non voleva pagare il “pizzo”

L’omicidio di Santo Nigro fu commesso, secondo quanto ricostruito dalla Dda di Catanzaro, dall’allora meccanico di Cosenza Aldo Acri. L’imputato, poi divenuto collaboratore di giustizia, picchiò a morte il commerciante con la presunta complicità di Francesco Cicero e Francesco Saverio Vitelli, considerati dai pm antimafia di Catanzaro i presunti favoreggiatori del killer di Cosenza. Aldo Acri, inoltre, sarebbe stato inviato da Mario Pranno all’interno dell’esercizio commerciale. Mario Pranno, però, ha sempre specificato dal 1996 in poi che Santo Nigro non doveva morire, in quanto Aldo Acri era stato incaricato di dargli una lezione. Ma l’epilogo fu tragico.