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Franco Muto non tornerà in carcere, almeno per il momento. A stabilirlo è stato il Tribunale di sorveglianza di Sassari che, nelle scorse ore, ha respinto il ricorso presentato dalla Procura generale della città sarda per riportare dietro le sbarre l’anziano “Re del pesce”. L’ottantaduenne boss di Cetraro resterà dunque ai domiciliari, così come stabilito dagli stessi giudici il 10 febbraio del 2023. In quel periodo, infatti, Muto si trovava in carcere, in Sardegna, a seguito della condanna definitiva per associazione mafiosa incassata cinque mesi prima nell’ambito del processo “Frontiera”. I giudici di sorveglianza, però, gli concessero il differimento della pena per motivi di salute, accogliendo così l’istanza presentata dal suo avvocato Michele Rizzo. La sua posizione avrebbe dovuto riconsiderata in un futuro prossimo, cosa che in effetti è avvenuta ora, senza però modificare lo stato delle cose.
Diverso era l’auspicio del procuratore generale, che durante l’udienza ha insistito per riportare Muto in carcere, ma a prevalere anche stavolta sono state le argomentazioni difensive supportate da memorie e documenti che hanno convinto il Tribunale a lasciare tutto invariato. Morale della favola: il boss continuerà a scontare la pena nel suo domicilio cetrarese in attesa del secondo round giudiziario relativo sempre alla sua posizione cautelare. In Cassazione, infatti, è ancora pendente l’altro ricorso presentato sempre dalla Procura sassarese con la stessa finalità. L’idea dei magistrati inquirenti è che Muto sia ancora «socialmente pericoloso» e che le sue condizioni di salute siano tutt’altro che incompatibili con il regime carcerario. Se ne riparlerà a Roma, dunque, ma si è ancora in attesa della fissazione dell’udienza.