È morto a Scalea, all’età di 67 anni, il boss della camorra Antonio Pignataro. L’uomo fu reo confesso dell’omicidio della piccola Simonetta Lamberti, figlia del magistrato Alfonso. Il criminale, condannato a trent’anni di carcere per la morte della bambina, si trovava nella sua casa in Calabria per motivi di salute. A Simonetta Lamberti è intitolato lo stadio di Cava de’ Tirreni, in cui gioca le gare interne la Cavese.

L’omicidio Lamberti avvenne il 29 maggio 1982 a Cava de’ Tirreni, a Vietri sul Mare. Furono dei colpi di pistola alla testa a uccidere la piccola Simonetta Lamberti, anche se l’obiettivo era il padre Alfonso, magistrato impegnato nella lotta alla camorra. I due si trovavano in auto quando gli assassini esplosero i colpi. A distanza di diverso tempo, Antonio Pignataro raccontò com’era andato il delitto e svelò anche i nomi dei killer.

Antonio Pignataro morto a Scalea, le indagini dell’omicidio Lamberti

Antonio Pignataro confessò volontariamente l’omicidio Lamberti nel novembre 2011, quando vennero poi riaperte le indagini. Il boss morto a Scalea avrebbe partecipato alla preparazione dell’agguato, mentre l’esecuzione materiale sarebbe stata a opera di altre quattro persone. Il mandante, stando sempre alla ricostruzione del boss, sarebbe stato Salvatore Di Maio.

Antonio Pignataro fu scarcerato il 5 novembre 2019 per ragioni di salute e venne sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. Il boss stava scontando i domiciliari a Scalea, dov’è morto poche ore fa. Il padre di Simonetta Lamberti, il magistrato Alfonso, vero obiettivo dell’attentato, morì invece dieci anni fa, nel 2015.