Il commissario Giuseppe Zuccatelli, commissario ad interim dell’Asp di Cosenza, dell’Azienda ospedaliera” Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e del policlinico Mater Domini, parla con Cosenza Channel del caos scoppiato al’ospedale di Cetraro in questi giorni e di come la pandemia stia colpendo specialmente gli operatori sanitari.

Commissario, a Cetraro sembra che il nervosismo sia palpabile, come commenta l’episodio che ha visto coinvolto un medico che avrebbe chiuso in una stanza alcuni infermieri?

«Non commento, posso solo dire che ho cautelativamente rimesso il dottor Rocca al suo servizio originario. E adesso attiveremo le procedure previste dalle norme». (LEGGI QUI LA NOTIZIA)

Quando riapriranno il punto di nascita e la Rianimazione di Cetraro?

«Questo non glielo so dire, dobbiamo prima sistemare le questioni sorte successivamente al tragico incidente accaduto qualche mese fa (la morte di una donna subito dopo il parto ndr). Sono state fatte delle prescrizioni che non ho avuto ancora modo di verificare, vedrò in cosa consistono e poi ci adopereremo per farle rispettare. Solo allora valuteremo col generale Cotticelli il da farsi».

L’aumento delle ore di lavoro per i medicidegli ambulatori destinati a Pneumologia, fa parte di una strategia d’emergenza?

«Dobbiamo rispondere a una pandemia mondiale e l’unico strumento che abbiamo è reclutare specialisti, in tutti i modi consentiti dalla legge».

Questo virus sembra sfuggire a ogni catalogazione, ogni volta che si cerca di centrarlo da un punto di vista sintomatologico o epidemiologico, sorgono nuovi aspetti.

«È un virus che non conosciamo e rispetto al quale non abbiamo ancora strumenti efficaci. I comportamenti di questa malattia a volte sembrano contraddittori, altalenanti. Sappiamo che ha una capacità infettiva piuttosto alta, che il 95% dei pazienti che si ammala guarisce, mentre il 5% purtroppo non ce la fa. La chiave di tutto è nella risposta dell’organismo davanti all’infezione.

Se il corpo ha la capacità di reagire anche in condizioni gravi, allora la persona riuscirà a sopravvivere, se è un organismo già debilitato da precedenti patologie allora la strada sarà in salita. La stragrande maggioranza delle persone che impatta con questa malattia in modo mortale è composta da soggetti di una certa età, con polipatologie alle spalle. È una problematica con variabili a noi ignote, la scienza sta acquisendo informazioni per elaborare, tra un anno o un anno e mezzo, un vaccino». 

Sul numero di tamponi si è discusso tanto, ora pare che le scorte siano arrivate.

«Il problema adesso è elaborarli questi test. I tagli alla sanità degli ultimi 20 anni sono stati talmente tanti che hanno provocato una riduzione sostanziale dei servizi. Solo ora stiamo potenziando i laboratori di analisi deputati ad analizzare i risultati. Per permettere al personale sanitario di poter lavorare in sicurezza, abbiamo provveduto a tamponare tutti gli operatori. La situazione non è facile. Io stesso sono stato colpito drammaticamente dalla morte di 80 colleghi. Questo vuol dire che non siamo stati in grado di proteggerli in modo adeguato, perché questo virus ci ha colti di sorpresa».