Senza un elemento nuovo e per giunta dopo un annullamento senza rinvio della Cassazione l’imputato deve essere necessariamente assolto oltre ogni ragionevole dubbio. In sintesi è l’intervento difensivo dell’avvocato Antonio Quintieri, legale di Gianluca Benvenuto, imputato nel processo abbreviato di “Reset“, in cui risponde del capo associativo di stampo mafioso.

Il penalista di Cosenza si è detto meravigliato della richiesta di condanna della procura in quanto ritiene che la sentenza della Cassazione abbia chiarito ogni aspetto sulla vicenda giudiziaria che riguarda il suo assistito. «La Suprema Corte di Cassazione, ovvero sia il Giudice nomofilattico e il Tribunale della Libertà di questa città» riferendosi a Catanzaro «hanno deciso che per alcuni degli imputati non vi siano gravi indizi di colpevolezza, quindi scarcerando giustamente quegli imputati» i pubblici ministeri, criticando quindi la scelta di chiedere la condanna, «vi dicono “noi quasi non riconosciamo dal punto di vista intellettuale quelle decisioni perché non ci convincono e quindi vi chiediamo la condanna lo stesso“».

Secondo l’avvocato Quintieri, rispetto alle richieste della procura antimafia, «non esistono precedenti di questo tipo, noi non siamo in Inghilterra». «In questo caso abbiamo oltre tutto anche elementi nuovi a favore degli imputati che non potevamo conoscere, perché siamo stati sorpresi addirittura dalle dichiarazioni Greco, che collaborando con la giustizia, prima Porcaro, poi Greco, hanno spiegato le posizioni dando forza a quel giudizio cautelare cristallizzato che già aveva detto che per questi signori non c’è la gravità indiziaria». Nel citare poi le sentenze “Rango-zingari“, “Job Center” e “Testa di Serpente“, l’avvocato ha evidenziato che «non troverete mai la posizione di Gianluca Benvenuto. Allora uno se lo pone il dubbio, come mai se stiamo parlando di un arco temporale di più di 15 anni di questo ragazzo non si è mai parlato?».

«Dalle intercettazioni telefoniche non emerge mai un suo ruolo, neanche marginale, perché non emerge mai e comunque un ruolo di finanziatore, come si fa a dire che un soggetto è finanziatore quando», è una persona non abbiente, «non si è fatto neanche un accertamento sulle sue condizioni dal punto di vista patrimoniale». In conclusione, l’avvocato Quintieri ha chiesto l’assoluzione con formula ampia.