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Se a causa dell’emergenza attuale è problematico soddisfare i propri bisogni quotidiani anche se automuniti, figuriamoci se non si è titolari di una patente di guida. Ma nel caso che andremo brevemente a raccontare, Antonio Fuoco, residente a Dipignano, la propria patente di guida ce l’ha eccome. Gli era stata revocata per mano di una ordinanza prefettizia susseguente ad una violazione a norme del codice della strada, e ritirata il 26 dicembre scorso.
Tuttavia il 2 marzo il Giudice di Pace di Cosenza, su ricorso del legale dell’uomo, l’avvocato Eugenio Spadafora, aveva sospeso l’ordinanza di revoca e di conseguenza, di fatto, rimesso Fuoco nelle condizioni di poter guidare. Peccato che, nonostante il provvedimento di sospensione della revoca sia stato notificato alla Prefettura di Cosenza il 4 marzo scorso, ad oggi lo stesso ufficio non abbia provveduto a restituire la patente al cittadino di Dipignano.
A distanza di 26 giorni dalla notifica del provvedimento, Antonio Fuoco è ancora costretto a non potersi spostare con una autovettura, e si capirà bene quali danni questo possa determinare in un momento come quello attuale.
Parla l’avvocato difensore dell’uomo di Dipignano
«Il sig. Fuoco abita da solo – afferma l’avvocato Eugenio Spadafora – e a circa 2 km dal supermercato ed è ovviamente in gravi difficoltà in ragione dei provvedimenti vigenti al momento. Inoltre è un papà divorziato e la permanenza di questa situazione di fatto, illegittima, incide anche sull’esercizio dei suoi diritti/doveri di genitore divorziato. Da 26 giorni non gli è permesso di poter guidare nonostante ne abbia diritto e ritengo che questo ritardo sia veramente inconcepibile in un momento come quello attuale. Tra l’altro il sottoscritto ha proceduto, oltre che a notificare l’ordinanza di sospensione in data 4 marzo, a procedere ad effettuare un sollecito alla Prefettura di Cosenza mezzo pec anche il 18 marzo, oltre che ulteriori solleciti informali via telefono sempre presso gli uffici della Prefettura di Cosenza» dichiara l’avvocato difensore di Antonio Fuoco.
«E’ scandaloso che tutto ciò non abbia prodotto alcun risultato. Eppure, al momento del riscontro dell’infrazione contestata al mio assistito, immediatamente allo stesso, come per legge, fu ritirata la patente. Ora che al cittadino deve essere restituita, siamo qui da 26 giorni ad aspettare quella che sembra una manna dal cielo, ma in realtà è un diritto, che viene negato. E’ chiaro che agiremo in sede civile per il risarcimento dei danni subiti in ragione di questi fatti, oltre che procedere nei prossimi giorni a rivolgerci alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza al fine che possano essere perseguiti eventuali comportamenti delittuosi».