La Corte d’Appello di Catanzaro, riformando la sentenza di primo grado emessa nel 2017 dal tribunale di Paola, ha assolto tutti gli imputati, prosciogliendo Massimiliano Cedolia per intervenuta prescrizione, coinvolti nel processo sul presunto ammanco di oltre un milione di euro nelle casse del Santuario di San Francesco di Paola.

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Il provvedimento, firmato dal presidente del collegio giudicante Fabrizio Cosentino, ribalta completamente quanto deciso in primo grado dai giudici tirrenici, in quanto Francesco Vidiri (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli), Grazia Magurno (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli), Ofelia Vidiri (difesa dall’avvocato Nicola Carratelli), Francesca Paola Vidiri (difesa dall’avvocato Nicola Carratelli) e Salvatore Magurno (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli), sono stati assolti dai rispettivi capi d’imputazione perché il fatto non costituisce reato.

In primo grado invece avevano subito tutti condanne: Massimiliano Cedolia a 5 anni di carcere, Francesca Paola Vidiri a 3 anni e 3 mesi di reclusione, Francesco Vidiri, Ofelia VidiriGrazia Magurno e Salvatore Magurno a 3 anni di reclusione ciascuno.

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Inoltre, la Corte d’Appello di Catanzaro ha revocato la confisca della somma di 1.254.757, 13 euro e di quella di 286mila euro, disponendo la restituzione agli aventi diritto e ha confermato nel resto la sentenza di primo grado, relativamente ad altre pronunce per intervenuta prescrizione.

Infine, i giudici di secondo grado hanno condannato Massimiliano Cedolia (difeso dal professore e avvocato Alessandro Diddi e dall’avvocato Giuseppe Bruno) al pagamento delle spese sostenute in giudizio dalla Chiesa ex conventuale di San Francesco di Paola e da Franco Russo, liquidate in 2.700 euro ciascuno, oltre rimborso forfettario per le spese generali. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.