Sabato 10 e domenica 11 maggio, Cosenza Vecchia ospiterà la terza edizione di Zinée, il festival delle fanzine e delle autoproduzioni in salsa bruzia, promosso dall’omonimo collettivo che dal 2022 dà voce a chi la voce la stampa, la rilega e la porta in giro. Una due giorni di cultura indipendente, non omologata, costruita su carta e passione, che quest’anno si terrà negli spazi della palestra dell’Istituto Comprensivo Spirito Santo, nel cuore del rione popolare che dà il nome alla scuola.

L’evento, a ingresso gratuito, accoglierà decine di espositori provenienti da tutta Italia. Illustratori, vignettisti, scrittrici, disegnatori, fotografi e visionari porteranno a Cosenza le loro opere autoprodotte, i loro racconti grafici, le loro cronache disegnate, i propri mondi incollati su carta con la testardaggine di chi crede ancora nel valore del gesto manuale.

Un ritorno alla materia, contro la smaterializzazione

Zinée nasce e cresce come risposta collettiva all’eccesso di virtualizzazione che ha colpito l’editoria, la comunicazione, la fruizione artistica. Fanzine, pamphlet, albi illustrati, collage narrativi: ogni opera in mostra sarà frutto di una produzione indipendente, libera da logiche di mercato e piattaforme algoritmiche.

L’obiettivo del collettivo è chiaro: rimettere la carta al centro, in un momento storico in cui anche la creatività è spesso subordinata ai trend dei social. Ma Zinée non è nostalgia: è resistenza creativa. È la ricerca di un ritmo più umano, di uno sguardo che non si limiti a scorrere.

«Zinée è la nostra risposta alla velocità sterile del digitale – spiegano gli organizzatori –. È un invito a sfogliare, leggere, parlare. A incontrarsi. A restituire tempo e attenzione a chi disegna, scrive, stampa e si racconta fuori dalle grandi rotative dell’informazione».

Il programma: fanzine, talk e musica

Durante i due giorni del festival, oltre agli spazi espositivi visitabili sabato 10 dalle 16:00 alle 22:00 e domenica 11 dalle 10:00 alle 18:00, saranno proposti mini-talk autogestiti dagli espositori stessi, con approfondimenti sui temi delle autoproduzioni, sulla stampa indipendente, sulla microeditoria, ma anche sulla gestione collettiva di un’idea culturale.

I talk saranno trasmessi in diretta su Radio Ciroma, storica emittente libera cosentina, da sempre vicina alle esperienze sociali e artistiche più radicali del territorio.

A rendere ancora più vivo l’appuntamento, sabato sera dalle 19:30 sarà il dj set di Ragazzo Doro – Italia Serie Oro, con le sue selezioni musicali eclettiche e sperimentali, capaci di spaziare tra elettronica, hip hop, synth pop e beat visionari.

Il cibo? È autoprodotto anche quello

Come ogni festa che si rispetti, anche Zinée ha la sua proposta gastronomica: a prendersi cura dei visitatori ci penserà Potía – Sorsi e Morsi, con cucina e drink artigianali, realizzati con ingredienti del territorio, pensati per accompagnare la creatività con sapori genuini.

Il cibo a Zinée non è solo contorno: è parte integrante del progetto. È anch’esso autoproduzione, racconto di mani e materie prime, un altro modo per legare il pubblico a un’idea diversa di fruizione.

Una rete che cresce

Quella di Cosenza non è un’iniziativa isolata. Il festival è inserito in una rete nazionale di festival delle fanzine, da quelli storici di Bologna, Torino e Napoli, fino agli esperimenti nati più di recente a Palermo, Lecce, Pisa o Bolzano.

Zinée si inserisce in questa costellazione mantenendo una forte identità territoriale. La sua forza è nel radicamento: ogni edizione è occasione per raccontare un pezzo di Cosenza, per ridare vita a spazi scolastici e urbani, per mettere in rete esperienze locali e nazionali.

Il collettivo che lo promuove – formato da artisti, grafici, attivisti, insegnanti, studenti – lavora tutto l’anno per costruire una comunità che non si esaurisca nell’evento, ma che continui a produrre, stampare, discutere, contaminare.

Perché le fanzine?

La parola “fanzine” nasce come crasi tra fan e magazine, ovvero rivista dei fan. Fin dagli anni ’30 negli Stati Uniti, le fanzine hanno rappresentato una forma di editoria popolare, economica, orizzontale, che ha dato voce a mondi marginali: la fantascienza, i fumetti, il punk, le sottoculture, la politica dal basso.

A Zinée le fanzine non sono solo memoria storica, ma linguaggio attuale, praticabile e fertile. Sono strumenti di espressione e connessione, piccoli oggetti carichi di significato, dove ogni imperfezione è segno di autenticità.

Stampare una fanzine è scegliere di raccontare qualcosa fuori dagli schemi. È costruire una comunità. È dare forma a un pensiero che non vuole essere interrotto da notifiche.

Un atto politico

In un mondo dove l’editoria è sempre più concentrata, dove gli spazi di libertà creativa sono schiacciati dal profitto, autoprodurre e diffondere fanzine è anche un atto politico. Significa rifiutare l’omologazione, dare voce alle minoranze, aprire varchi in cui le soggettività possano trovare casa.

Zinée è questo: un luogo di accoglienza per chi non ha palchi istituzionali, ma ha qualcosa da dire. È una piazza dove l’arte si fa con le mani, la carta, l’inchiostro e la voglia di esserci.

Cosenza Vecchia come laboratorio

Che Zinée si tenga a Cosenza Vecchia non è un caso. Il quartiere, spesso etichettato come “difficile”, è in realtà un incubatore di esperienze culturali e sociali, abitato da una comunità viva e resistente.

La scuola “Spirito Santo”, scelta come sede del festival, diventa per due giorni spazio pubblico e aperto, luogo di formazione continua, palestra di cittadinanza attiva. In un contesto in cui i luoghi della cultura scarseggiano, rianimare una palestra scolastica con l’energia delle autoproduzioni è un gesto potente.

Zinée è un invito

Zinée invita tutti a partecipare, a entrare nel mondo delle fanzine anche solo per curiosità, per farsi stupire dalla varietà di formati, contenuti, materiali. Non serve essere esperti: serve solo tempo e voglia di lasciarsi ispirare.

Non è un festival per addetti ai lavori, ma per chiunque abbia qualcosa da raccontare o ascoltare. È una comunità temporanea che si stringe intorno a un’idea: si può ancora fare cultura senza compromessi.