Oggi, 18 dicembre 2024, gli avvocati penalisti cosentini hanno aderito compatti alla giornata di astensione dalle udienze penali indetta dalla Camera Penale “Fausto Gullo“. Lo sciopero ha visto la partecipazione unanime degli iscritti al Foro di Cosenza e si è inserito in un quadro di denuncia delle gravi difficoltà che stanno caratterizzando l’amministrazione della giustizia, in particolare per quanto riguarda il processo “Reset“, in corso presso l’aula bunker di Castrovillari.

Giustizia compromessa

La Camera Penale di Cosenza ha evidenziato che il trasferimento del processo “Reset” (3804/17), originariamente previsto presso il Tribunale di Cosenza, è il risultato di una catena di decisioni che hanno compromesso il corretto svolgimento dei processi e il rispetto dei diritti fondamentali delle parti coinvolte. Il trasferimento, dovuto all’inagibilità dell’aula bunker di Lamezia Terme, ha portato alla delocalizzazione presso l’aula bunker di Castrovillari, una sede che presenta significative criticità strutturali e logistiche.

“Nomadismo giudiziario”

L’aula bunker di Castrovillari è stata descritta come inadeguata per ospitare un processo di tale portata: condizioni ambientali e lavorative degradanti, temperature estreme e una discarica abusiva nei pressi della struttura rendono l’esperienza umiliante per gli operatori della giustizia. Oltre al disagio logistico delle trasferte per magistrati, avvocati e cancellieri, le problematiche della sede riflettono il più ampio fenomeno del “nomadismo giudiziario“, una pratica dispendiosa e inefficace che grava su tutte le parti coinvolte.

L’assenza di aule protette a Cosenza: realtà o scusa?

Un punto cruciale sollevato dalla Camera Penale riguarda la presunta mancanza di aule protette presso il Tribunale di Cosenza, giustificazione principale per il trasferimento del processo. Gli avvocati contestano questa affermazione, ricordando che, in passato, il Tribunale ha ospitato processi di grande rilevanza come i maxiprocessi “Tela del Ragno” e “Missing”.

Secondo la Camera Penale, esistono aule idonee, come l’aula 1, che con interventi tecnici minimi potrebbero essere adeguate per la celebrazione di processi complessi. L’assenza di tali interventi viene interpretata come un inaccettabile spreco di risorse pubbliche e un simbolo della scarsa volontà di risolvere il problema in modo strutturale.

Implicazioni sulla giustizia e sulla dignità professionale

Questa situazione non riguarda solo aspetti tecnici, ma tocca questioni fondamentali di dignità professionale e di percezione della giustizia. Gli avvocati penalisti, costretti a lavorare in condizioni degradanti, vedono compromessi il loro decoro professionale e la capacità di garantire una difesa adeguata ai propri assistiti.

Inoltre, l’immagine della città di Cosenza viene danneggiata: presentare un capoluogo di provincia come privo di strutture adeguate per l’amministrazione della giustizia alimenta sfiducia nelle istituzioni e perpetua una percezione di arretratezza sociale e culturale.

Le richieste della Camera Penale

La giornata di astensione è stata accompagnata da una serie di richieste urgenti, volte a risolvere la situazione:

  • adeguamento delle aule del Tribunale di Cosenza, con interventi strutturali e tecnici per ospitare processi complessi.
  • intervento ministeriale, per garantire un uso più efficiente delle risorse pubbliche ed eliminare trasferte onerose.
  • dialogo con le autorità locali, per valutare le ripercussioni sociali, economiche e politiche della situazione.

La protesta della Camera Penale di Cosenza non è solo un atto di difesa della categoria, ma un appello per il ripristino della legalità e del rispetto dei diritti fondamentali. Tuttavia, com’è noto, l’astensione dei penalisti cosentini non sarà l’unica forma di protesta contro i provvedimenti emessi dalla Corte d’Appello di Catanzaro. A metà gennaio 2025 il Coordinamento delle Camere penali calabresi ha proclamato tre giorni d’astensione. Stessa cosa dicasi per il Coa di Cosenza che a fine gennaio fermerà le udienze penali e civili.