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Smaltite le vongole e il baccalà della sera prima, il 25 dicembre, giorno del santo Natale, tocca alla carne. Protagonista degli antipasti (prosciutto, salame, capocollo da accompagnare a funghi sottolio, pecorini, melanzane alla scapece), star assoluta della prima portata resta la pasta al forno preparata, come da tradizione, con uova, salsiccia, soppressata e polpettine di carne.
Ogni provincia e ogni famiglia ha le sue varianti, ma alcuni capisaldi gastronomici accomunano questa festa tanto attesa.
Antipasti: l’abbondanza dei sapori
Il pranzo si apre con un trionfo di antipasti. Salumi locali come la soppressata, la ‘nduja, il capocollo e il prosciutto crudo sono protagonisti indiscussi, accompagnati da formaggi tipici come il pecorino crotonese e il caciocavallo silano. Non mancano sottoli e conserve fatte in casa, tra cui melanzane sott’olio, funghi porcini, pomodori secchi e olive schiacciate.
Una curiosità interessante è l’uso del baccalà anche negli antipasti, servito freddo in insalata con cipolle rosse di Tropea, olive nere, peperoni e sedano.
I primi: la pasta della festa
Il primo piatto è spesso il cuore del pranzo di Natale. Tra le ricette più diffuse troviamo:
- Maccheroni al ragù di capra o maiale: preparati rigorosamente a mano, i maccheroni (noti come “fileja” in alcune aree) sono conditi con un sugo lento e saporito.
- Pasta al forno: un classico che combina ragù, polpettine, uova sode, melanzane fritte, mozzarella e una spolverata di pecorino.
- Zuppa di cardo: nelle aree dell’entroterra, questa zuppa rappresenta un’antica tradizione, preparata con brodo di gallina, polpettine, uova e formaggio.
I secondi: tra terra e mare
Il secondo piatto varia in base alla tradizione familiare e alla posizione geografica:
- Capretto o agnello al forno: insaporito con erbe aromatiche, patate e vino bianco, è uno dei simboli delle festività natalizie.
- Baccalà fritto o al forno: il pesce essiccato è un pilastro della cucina calabrese e durante il Natale viene preparato in modo semplice, ma gustoso.
- Frittura di pesce misto: lungo le coste, si predilige il pescato locale, con gamberi, calamari e triglie che arricchiscono la tavola.
Contorni ricchi e gustosi
A fianco dei secondi non mancano i contorni. Le patate mpacchiuse (cotte in padella con cipolla e peperoni), le verdure di stagione saltate in padella, e l’insalata di finocchi e arance sono le scelte più comuni.
Dolci: il trionfo della tradizione
Il pranzo si conclude con una vasta selezione di dolci, molti dei quali preparati in casa seguendo ricette tramandate da generazioni. Tra i più celebri:
- Pitta ‘mpigliata: dolce simbolo del Natale calabrese, con una sfoglia ripiena di frutta secca, uva passa e miele.
- Turdilli: piccoli dolci fritti immersi nel miele.
- Cuzzupe e crustuli: ciambelle o bocconcini fritti che accompagnano il vino dolce o il vermouth.
- Mustaccioli: biscotti speziati, spesso ricoperti di glassa al cioccolato.
Curiosità natalizie calabresi
- Il significato del pane decorato: in molte zone, il pane fatto in casa viene decorato con simboli natalizi come la stella cometa o l’albero di Natale e donato ai commensali come augurio di prosperità.
- I giochi di carte: dopo il pranzo, è tradizione giocare a carte con tombola, scopa e sette e mezzo che animano il pomeriggio festivo.
- Il brindisi con il vino locale: i vini calabresi come il Cirò Rosso o il Greco di Bianco accompagnano l’intero pasto, con un brindisi finale dedicato ai presenti e agli assenti.
Dulcis in fundo i tanti dolci natalizi calabresi trionfo del miele (fichi e castagno) e delle spezie. Da spizzicare le celeberrime crocette di fichi secchi, con cannella, noci, zucchero e scorzette di arancia, cotte al forno, e ricoperte di cioccolato o miele di fichi, i turdilli, dolci fritti, ricoperti di miele, i buonissimi torroni calabresi, le susumelle, i mostaccioli e le classiche pitte ‘mpigliate di San Giovanni in Fiore.