Tutti gli articoli di Societa
PHOTO
«Le compagne e i compagni del Circolo di Rifondazione di Cosenza, dopo giorni intensi di discussione e di confronto sulla tragica morte di Ilaria Mirabelli, e per il massimo rispetto del forte dolore dei suoi familiari, ritengono necessario rivolgere un appello alla città» così in una nota il Circolo Gullo – Mazzotta del Partito della Rifondazione Comunista di Cosenza.
«Purtroppo, Ilaria è mancata a seguito di circostanze torbide e molto preoccupanti, a giudicare dalle prime informazioni diffuse dalla più attenta stampa locale. Nella situazione venutasi a creare, pensiamo sia necessario elevare il livello pubblico di attenzione e di conoscenza sulla vicenda da parte dei cittadini e delle cittadine di Cosenza, alla luce di un desolante quadro segnato dalle disattente Istituzioni cittadine e dalla silente Procura locale, per attivare forme di forte mobilitazione sociale e politica con lo scopo di ottenere in tempi rapidi verità e giustizia.
Dalla stampa apprendiamo che sarebbero in contraddizione le prime dichiarazioni rese dal compagno di Ilaria Mirabelli, Mario Molinari; di sue dichiarazioni contraddittorie persino su chi fosse alla guida del veicolo.
La dinamica complessiva dell’incidente resta ancora un mistero, poiché le lesioni rinvenute sul corpo della giovane, secondo le dichiarazioni rese dal legale della famiglia Mirabelli, non sarebbero compatibili con la dinamica dell’incidente. Significativa, a tal proposito, la frase pronunciata, dopo l’autopsia effettuata sul corpo della sfortunata donna, proprio dall’avvocato: “Il corpo di Ilaria ci sta parlando”. Dagli ambienti giudiziari, però, non emerge nulla che possa rassicurare la città sulle indagini e sulla correttezza delle procedure.
Proprio per questo, la città intera deve pretendere di essere prontamente informata su cosa stia avvenendo e deve, al contempo, avere la certezza che ogni azione sia condotta nel rispetto di tutte le persone coinvolte nella vicenda.
Nulla di ufficiale è trapelato nemmeno sull’intervento dei primi soccorsi, che sarebbero avvenuti diverso tempo dopo l’incidente. Nulla sulla incredibile non chiusura del tratto stradale dove si è svolto il presunto “incidente autonomo”.
È doveroso da parte nostra utilizzare il condizionale, poiché le indagini sono in corso, ma è altrettanto doveroso chiedere che non ci siano ombre e che le indagini proseguano nel solco della ricerca della verità, perché c’è una famiglia distrutta dal dolore e dai dubbi e perché ad essere vittima è, ancora una volta, una donna. Tutti dobbiamo sapere, con urgenza, se anche Ilaria è l’ennesima vittima di un sistema patriarcale malato e violento!
Noi cosentini non meritano altre morti senza conoscere verità e giustizia, altre morti i cui cari e tutta la città sono stati segnati per sempre in virtù, soprattutto, del “silenzio” iniziale di chi aveva la responsabilità di indagare. La città dei Bruzi, la nostra città che tanto si spende in termini di umanità e solidarietà rispetto alle ingiustizie nel mondo, di certo non lascerà che accada un altro caso Lanzino o un altro caso Bergamini.
Noi chiediamo trasparenza e chiediamo che dinanzi alla giustizia il trattamento sia pari per tutti. La trasparenza degli organi preposti non ha nulla a che vedere con il giustizialismo, e questo lo affermiamo ben consci della necessità che tutti siano garantiti nei loro diritti. E come cittadini dobbiamo, insieme e con determinazione, pretendere che la magistratura comunichi pubblicamente quanto finora emerso e faccia luce su questa triste situazione, a prescindere dalla visibilità delle persone coinvolte. Verità e giustizia per Ilaria, per i suoi cari e per tutta la città».
«È da poco più di dieci giorni che Cosenza – scrive il Coordinamento Donne Spi Cgil Calabria – ma la vicenda sta cominciando a trovare spazio anche sui media nazionali – si interroga sulla morte di Iaria Mirabelli, avvenuta lo scorso 25 agosto a causa, si è detto sul momento, di un incidente sulla strada del rientro da una gita domenicale col suo compagno. E tuttavia, nei giorni successivi, le modalità dell’incidente testimoniate dalle persone accorse sul luogo dello stesso, hanno cominciato ad alimentare forti perplessità sull’esatta dinamica delle circostanze che hanno portato alla morte di Ilaria. Perplessità mai fugate dalle indagini in corso che sembrano procedere a rilento, ammantate da una fitta cortina di silenzi, suscitando dubbi e sospetti sui contorni effettivi della vicenda. Non intendiamo evidentemente sostituirci alle autorità preposte alle indagini, né tanto meno emettere sentenze che spettano al potere giudiziario, e tuttavia crediamo sia urgente fare chiarezza. La tragica morte di Ilaria forse potrebbe non essere stata causata da un “banale” incidente stradale – volutamente usiamo il condizionale – perché spesso ciò che appare può non essere ciò che è. Lasciare che ancora ad oggi circolino voci incontrollate, non suffragate da riscontri oggettivi, rischia di ostacolare l’emergere della verità ed è un’offesa alla memoria di Ilaria ed una mancanza di rispetto per la sua famiglia prostrata dal dolore. Per questo non possiamo non unirci al grido di verità e giustizia per Ilaria che di giorno in giorno sta diventando sempre più forte e non può più restare senza risposta.