È stato firmato oggi, presso la sede del Parco Nazionale della Sila, il protocollo d’intesa per la quarta edizione di una delle iniziative più emblematiche per la tutela ambientale e culturale del territorio silano: “Il Pastore Custode del Parco Nazionale della Sila 2025”. Un progetto che, nel corso degli anni, ha saputo mettere insieme prevenzione ambientale, valorizzazione culturale e sviluppo sostenibile, diventando un esempio virtuoso di come la tradizione possa dialogare con le sfide del presente e del futuro.

L’iniziativa, promossa in collaborazione con il GAL Kroton, mira a riconoscere e rafforzare il ruolo dei pastori come sentinelle del territorio, in particolare nella prevenzione e nel monitoraggio degli incendi boschivi, una minaccia sempre più grave per i preziosi ecosistemi dell’altopiano silano.

Ma “Il Pastore Custode del Parco” non si limita alla sola tutela ambientale: è anche un grande contenitore culturale, educativo ed enogastronomico. L’edizione 2025, infatti, si arricchirà di laboratori didattici, percorsi del gusto, incontri con i pastori e momenti di approfondimento scientifico e culturale, per offrire ai visitatori un’esperienza autentica e immersiva nel cuore della cultura agro-pastorale calabrese.

La firma di questo protocollo è un segnale concreto del nostro impegno congiunto per tutelare un patrimonio ambientale e culturale straordinario”, ha dichiarato Ilario Treccosti, Direttore del Parco della Sila. “I pastori, custodi delle tradizioni e guardiani del territorio, sono una risorsa fondamentale nella lotta agli incendi e nella valorizzazione delle nostre radici”.

Una dichiarazione che ben sintetizza lo spirito dell’iniziativa: coniugare passato e futuro, facendo della memoria del territorio una leva di resilienza ecologica e di sviluppo locale.

Un modello di sviluppo fondato sulla biodiversità

Il protocollo firmato oggi prevede azioni concrete volte a rafforzare il ruolo attivo dei pastori non solo nella prevenzione degli incendi, ma anche nella promozione di un modello di vita e di economia basato sulla biodiversità e sulla cura dei territori montani.

In un’epoca in cui la crisi climatica impone nuove priorità, la figura del pastore — spesso marginalizzata o dimenticata — ritorna al centro come presidio ambientale e sociale. L’attività pastorale, infatti, contribuisce in modo diretto alla manutenzione dei paesaggi, alla riduzione del rischio idrogeologico, alla conservazione di ecosistemi unici e, non da ultimo, alla custodia delle razze animali autoctone e dei saperi legati alla loro cura.

Il protocollo firmato oggi rafforza un’alleanza strategica tra aree interne, montane e costiere, dove la pastorizia continua a essere un presidio culturale e sociale fondamentale”, ha aggiunto Natale Carvello, Presidente del GAL Kroton.

La cultura pastorale come eredità da trasmettere

Uno degli obiettivi principali del progetto è la trasmissione del patrimonio agro-pastorale alle nuove generazioni. Non si tratta solo di salvare tecniche antiche, ma di riattivare un dialogo intergenerazionale in grado di restituire dignità e valore a un mestiere spesso dimenticato.

Le nuove attività dell’edizione 2025 andranno proprio in questa direzione: coinvolgere bambini e ragazzi in percorsi educativi, laboratori sul campo, esperienze di immersione nelle realtà pastorali. Un modo per fare della cultura del territorio una palestra di cittadinanza attiva e un ponte tra memoria e innovazione.

Inoltre, grazie ai percorsi del gusto, sarà possibile riscoprire i prodotti identitari della Sila — dai formaggi tradizionali alle carni ovine, passando per le erbe spontanee e le antiche lavorazioni casearie — contribuendo così alla valorizzazione economica e turistica del territorio.

Un evento diffuso, una comunità che si racconta

Il programma 2025 sarà presentato nelle prossime settimane, ma già si delinea come un evento diffuso, capace di coinvolgere intere comunità locali e di mettere in rete le energie migliori del territorio.

Non si tratterà solo di un festival o di una manifestazione, ma di una piattaforma partecipativa, dove istituzioni, cittadini, operatori culturali e agricoltori potranno condividere buone pratiche, esperienze, proposte di sviluppo. In questo senso, “Il Pastore Custode del Parco” diventa un laboratorio vivente di sostenibilità, capace di tenere insieme tutela ambientale, cultura, economia circolare e coesione sociale.

Un segnale per tutto il Mezzogiorno

L’iniziativa lanciata oggi a Rogliano assume un significato che va oltre i confini del Parco della Sila. È un messaggio per tutto il Mezzogiorno d’Italia, spesso penalizzato da narrazioni di abbandono e marginalità.

Qui, invece, si racconta un’altra storia: quella di un Sud resiliente, orgoglioso, capace di innovare partendo dalle proprie radici. Una storia in cui i pastori non sono “residui del passato”, ma attori del futuro. E in cui la tutela ambientale si fa anche azione culturale e politica, in grado di ispirare nuovi modelli di sviluppo sostenibile in altre aree interne italiane ed europee.