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Nel giorno del super pranzo di Natale, la serata, per tradizione comuni a molti, si conclude con i classici giochi che coinvolgono tutti: famiglia e amici. In Calabria non mancano di certo i giochi, da quelli tipici della tradizione regionale a quelli più moderni. Andiamo a conoscerli.
Iniziamo con i grandi classici. Scopa, tressette, briscola, scala 40 e Burraco (anche il napoletano Sinco spopola) non mancano mai al termine di un pranzo o di una cena calabrese che si rispetti. Insieme a questi è molto apprezzato anche il Sette e mezzo, la versione Italiana dell’internazionale blackjack, capace di riunire davanti a un tavolo giocatori di tutte le età. Un altro must è il Mercante in Fiera (ne esiste una versione tutta cosentina) e l’intramontabile Tombola.
I giochi calabresi doc
Ma accanto a questi giochi, tipici più della storia nazionale che di quella regionale, ne esistono altri “nati e cresciuti” proprio in Calabria e che ancora oggi vanno per la maggiore in tutte le fasce d’età.
La Calabresella
Uno dei più conosciuti e più apprezzati è sicuramente la Calabresella. In pratica si tratta di una versione alternativa del tressette in cui possono partecipare dai tre ai sette giocatori invece dei 2 o 4 tradizionali. A seconda del numero di partecipanti cambia anche il nome della partita: Terziglio (se i giocatori sono tre), Quartiglio (se i giocatori sono 4), Quintiglio, Sestiglio e Settiglio. In comune con il gioco “nazionale” ci sono il mazzo da 40, il valore delle singole carte e i punteggi e l’obiettivo finale che resta quello di totalizzare il maggior numero possibile di punti.
A cambiare è invece il metodo di svolgimento delle giocate e la dinamica del gioco. Nella Calabresella si può giocare uno contro tutti o una coppia contro tutti e ci sono alcune giocate e dichiarazioni nel corso delle mani che determinano l’andamento della partita e il risultato finale.
Scippa Core
Altro gioco che va per la maggiore nelle case dei calabresi e che è adatto anche ai più piccoli è lo Scippa còre (conosciuto in alcune province anche come Crepa còre). Si tratta della variante regionale del notissimo Straccia Camicia. Obiettivo principale quello di “scippare” all’avversario tutte le carte del mazzo, tirando le proprie in maniera del tutto casuale. Le carte vincenti sono asso, due e tre.
Quando ne esce una il rivale è costretto a girarne una, due o tre del proprio mazzo e se non trova una carta vincente a sua volta è costretto a cederle al rivale. Perde che finisce il mazzo prima degli altri mentre viene nominato vincitore chi riesce a conquistare tutte le carte agli avversari. Può partecipare fino a un massimo di quattro giocatori.
Patruni e Sutta
A metà tra tradizione, carte, diplomazia e goliardia troviamo il “Patruni e Sutta” (Padrone e Sotto), gioco che ha ispirato anche marchi di birra locale e spettacoli teatrali e che è conosciuto in quasi tutti i territori del meridione.
Si gioca in squadre composte da quattro, sei o otto giocatori e la partita è divisa in due fasi distinte. Nella prima fase gli avversari si sfidano in una normale partita di briscola, terminata la quale viene stabilito chi è il “U Sutta”.
In quella successiva vengono decisi i giocatori con i punteggi più alti che prenderanno il ruolo dei “Patruni” allo scopo di avvantaggiare la propria squadra. Da qui inizia il momento più atteso. “U Sutta” dovrà proporre una persona che dovrà pagare una penitenza mentre “U Patruni” potrà accettare o meno: va da sé che se i due giocatori fanno parte dello stesso team sarà estremamente semplice trovare un accordo mentre se appartengono a squadre diverse inizierà una lunga fase di negoziazioni e compromessi all’insegna delle risate e del divertimento.