Lo Sparrow, uno spazio precario autogestito situato a Rende, rappresenta un esempio unico di partecipazione collettiva e recupero di beni comuni. Questo luogo, abbandonato per anni dalle istituzioni scolastiche, è stato recuperato nel 2013 dal collettivo che oggi si batte per il suo riconoscimento come bene comune. La sua storia è ricca di attività artistiche, culturali e sociali che hanno coinvolto e arricchito la comunità locale. Tuttavia, il futuro dello Sparrow è incerto: l’intera struttura potrebbe essere assegnata alla vicina scuola “De Coubertin”, mettendo a rischio i progetti e le attività che in dieci anni hanno animato questo spazio.

Un incontro cruciale con la Commissione Straordinaria

Negli ultimi mesi, il collettivo ha avviato un dialogo con la Commissione Straordinaria che attualmente gestisce il Comune di Rende. Rappresentata dalla dottoressa Maria Assunta Russo e supportata dall’ingegnere Eduardo Amerise e dall’architetto Angelo Mancusi, la Commissione ha preso in considerazione la proposta di destinare lo Sparrow alla scuola vicina, su richiesta della dirigente scolastica Simona Sansosti dell’Istituto Comprensivo “Rende Commenda”.

«Le interlocuzioni hanno ignorato, di fatto il percorso di collaborazione avviato dal nostro collettivo, che ha recuperato lo spazio da una condizione di abbandono e degrado nel 2013 e lo ha reso nuovamente utilizzabile dalla collettività, fino a proporre la progettazione condivisa per la necessaria ristrutturazione dello spazio e richiedere il riconoscimento dello Sparrow come Bene Comune, secondo le modalità previste dal Regolamento dei Beni Comuni vigente nel Comune di Rende.
Abbiamo espresso la nostra contrarietà e richiesto alla Commissione di rivedere questa decisione, perché andrebbe a svilire le finalità sociali previste dai fondi utilizzati per la ristrutturazione dello spazio. Nei dieci anni di autogestione dello Sparrow abbiamo dimostrato che un piccolo spazio, abbandonato per anni dalle istituzioni scolastiche perché non più idoneo alla didattica, potesse ancora essere un luogo utile alla collettività e diventare un punto di riferimento per la libera espressione e aggregazione artistica, culturale, sociale e politica sul territorio. In questi dieci anni, abbiamo visto nascere e crescere gruppi musicali, compagnie teatrali e decine di esperienze collettive e individuali attive in campo artistico, sociale, educativo, sportivo. Crediamo che tutto questo sia un valore inestimabile, che abbiamo cercato di tutelare proprio con il percorso di progettazione condivisa per la ristrutturazione dello spazio, che potrebbe diventare ancora più funzionale per attività sociali e aggregative rivolte a persone di tutte le età. Vogliamo una città in cui tutto questo sia riconosciuto come un valore sociale da tutelare e da non svilire con ipotetiche soluzioni alternative periferiche, come già avvenuto per altre realtà come l’Auser.
Siamo a favore della necessità di trovare soluzioni ai problemi dell’edilizia scolastica, ma non crediamo che queste soluzioni comprendano l’espansionismo incontrollato di alcuni istituti scolastici, in continua espansione numerica e strutturale a danno di altri spesso periferici, né che possano passare dalla cancellazione di tutte le esperienze di partecipazione diretta sul territorio rendese. Se le sedi scolastiche sono inadeguate alle reali necessità, bisogna trovare soluzioni di lungo termine, utilizzare i fondi dedicati all’edilizia scolastica e riprendere gli stabili inutilizzati che potrebbero rispondere alle reali esigenze, che sul territorio di Rende di certo non mancano!
Abbiamo rinnovato la richiesta di incontro alla Commissione e la nostra disponibilità ad aprire un tavolo di discussione con tutte le parti coinvolte.

Presidio sotto il Comune di Rende

Il prossimo giovedì 23 gennaio, alle ore 12, si terrà un incontro cruciale con la Commissione Straordinaria alla presenza del Commissario Albertini. Per l’occasione, il collettivo ha organizzato un presidio sotto il Comune di Rende, invitando tutte le realtà e le persone solidali a partecipare.

Questo presidio rappresenta un’occasione per dimostrare la forza e la coesione sociale che lo Sparrow ha saputo costruire in dieci anni di attività. È un momento per ribadire l’importanza di difendere esperienze come questa, che promuovono valori di inclusione, partecipazione e collaborazione.

Dieci anni di storia non si cancellano

Lo Sparrow è più di uno spazio fisico: è un simbolo di ciò che una comunità può realizzare attraverso l’impegno collettivo. È un esempio di come sia possibile trasformare un luogo abbandonato in un punto di riferimento per la creatività e l’aggregazione sociale.

La cancellazione dello Sparrow rappresenterebbe una perdita per tutta la comunità di Rende. Non si tratta solo di difendere un luogo, ma di tutelare un modello di partecipazione e collaborazione che ha dimostrato di funzionare.

Un appello alla solidarietà

La storia dello Sparrow dimostra che anche i piccoli spazi possono avere un grande impatto. Questo luogo ha dato voce a chi cercava un’opportunità di espressione, ha creato legami e ha promosso valori fondamentali per il benessere della comunità.

Per questo motivo, è fondamentale che tutte le realtà solidali si uniscano al presidio del 23 gennaio. La partecipazione di ognuno è essenziale per mostrare che dieci anni di autogestione non possono essere cancellati.