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Alla cerimonia del 173esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato, celebrata in piazza XI Settembre a Cosenza, tra le note della fanfara e le divise tirate a lucido, c’è stato un momento che ha commosso l’intera città. Valeria Chiappetta, madre della piccola Sofia, la neonata rapita poche ore dopo il parto, ha voluto testimoniare pubblicamente la sua gratitudine verso chi, in quella giornata drammatica, ha fatto la differenza: gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza.
«Sofia oggi è con noi solo grazie alla Polizia», ha dichiarato con la voce rotta dall’emozione.

Il rapimento che ha sconvolto Cosenza
Era una fredda mattina di gennaio quando la notizia fece il giro del Paese: una neonata era stata rapita dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza. Un evento che sembrava uscito da una sceneggiatura drammatica e che ha suscitato immediatamente un’ondata di indignazione, paura e solidarietà. L’allarme scattò nel giro di pochi minuti, e furono proprio gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Squadra Mobile, ad avviare subito le indagini, in una corsa contro il tempo per ritrovare la piccola sana e salva.
Le telecamere di sorveglianza, le testimonianze, il lavoro certosino degli investigatori permisero, in meno di 24 ore, di rintracciare la bambina e arrestare la responsabile del gesto. Sofia fu restituita tra le braccia della madre e del padre, Federico Cavoto, che non hanno mai smesso di ringraziare chi ha reso possibile il lieto fine.
Un momento di gratitudine pubblica
Durante la cerimonia della Festa della Polizia, il volto di Valeria ha rappresentato più di ogni discorso il senso profondo del lavoro degli agenti: essere al servizio dei cittadini, proteggere i più deboli, intervenire con prontezza e professionalità.
«Quando mi hanno detto che l’avevano trovata, non riuscivo a crederci – ha raccontato ancora la donna –. In quelle ore non sapevamo più cosa pensare. La nostra bambina aveva solo poche ore di vita. Nessuna madre dovrebbe mai vivere quello che ho vissuto io. Ma grazie alla Polizia, abbiamo potuto riabbracciare Sofia e oggi possiamo sorridere».