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Il mese di aprile 2025 ha portato con sé un rincaro nei costi dell’RC auto per molti automobilisti calabresi, compresi quelli della provincia di Cosenza, che hanno visto aumentare i premi medi delle assicurazioni. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio RC auto di Facile.it e Assicurazione.it, la situazione non è incoraggiante: i premi sono saliti del 2,2% su base semestrale, raggiungendo la cifra media di 591,38 euro.
Sebbene si tratti di un aumento, Cosenza mantiene il primato di provincia più economica della Calabria per quanto riguarda il costo dell’assicurazione auto. Un piccolo sollievo in un contesto dove i rincari sembrano essere diventati la regola, piuttosto che l’eccezione.
Un incremento generalizzato in tutta la regione
I dati mostrano una tendenza al rialzo dei premi medi RC auto in quasi tutte le province calabresi, ad eccezione di Vibo Valentia, che riesce a contenere l’aumento registrando un leggerissimo calo. In generale, la media regionale calabrese è cresciuta del 3,4%, portando il premio medio a 663,96 euro, ben al di sopra della media nazionale, che si attesta a 628,79 euro.
Il rincaro più alto si è registrato nella provincia di Reggio Calabria, dove i costi assicurativi sono aumentati del 5,7%, seguita da Catanzaro, che ha visto un incremento del 2,6%.
Ecco il dettaglio dei premi medi RC auto rilevati ad aprile 2025:
Provincia | Premio medio RC auto |
---|---|
Catanzaro | 626,80 € |
Cosenza | 591,38 € |
Crotone | 808,48 € |
Reggio Calabria | 696,27 € |
Vibo Valentia | 697,67 € |
Media Calabria | 663,96 € |
Media Italia | 628,79 € |
Come evidenziato nella tabella, Crotone e Vibo Valentia sono risultate essere le aree più care, superando di gran lunga non solo la media regionale ma anche quella nazionale.
Un trend che non sorprende più
L’aumento dei premi assicurativi è un fenomeno che ormai gli italiani, e in particolare i calabresi, conoscono bene. L’inflazione, l’aumento dei costi per i risarcimenti, e l’innalzamento dei costi dei ricambi sono solo alcuni dei fattori che incidono sul rialzo delle tariffe.
Nel caso di Cosenza, il rincaro del 2,2% rispetto al semestre precedente è contenuto rispetto ad altre realtà territoriali, ma non per questo trascurabile. Anche perché si inserisce in un trend nazionale che vede le tariffe RC auto in costante crescita ormai da diversi trimestri.
Cosenza, provincia virtuosa… per ora
Nonostante il rialzo, Cosenza resta la provincia più “economica” della regione per assicurare un’auto, con un premio medio inferiore non solo rispetto a Crotone e Vibo Valentia, ma anche rispetto alla media nazionale. Questo dato potrebbe essere interpretato in due modi: da un lato, come un vantaggio competitivo per i cittadini cosentini; dall’altro, come un campanello d’allarme, perché l’aumento, seppur lieve, potrebbe indicare che anche qui i costi iniziano a lievitare.
Il contesto regionale: tra rincari e disparità
Guardando al quadro complessivo della Calabria, appare chiaro che le disparità territoriali sono ancora marcate. A Crotone, ad esempio, il premio medio è di oltre 800 euro, il che rappresenta un gap di oltre 200 euro rispetto a Cosenza. Un divario che pesa notevolmente sul portafoglio dei cittadini e che potrebbe riflettere anche differenze nel rischio assicurativo, nella frequenza dei sinistri, nella densità del traffico e nella presenza di fenomeni di frode assicurativa.
Anche Reggio Calabria e Vibo Valentia registrano costi significativi, superando i 690 euro, nonostante la lieve flessione registrata proprio a Vibo. Solo Catanzaro si mantiene più vicina alla media nazionale, con 626,80 euro di premio medio.
Le cause del caro assicurazioni
Ma da cosa dipende l’aumento dei costi RC auto? Gli esperti del settore assicurativo puntano il dito contro diversi fattori:
- Crescita dei costi dei sinistri, che incidono sulle casse delle compagnie
- Aumento dei costi di riparazione e dei pezzi di ricambio
- Maggiore incidenza delle frodi assicurative, soprattutto in alcune aree del Sud
- Parametri legati al profilo del conducente, come età, storia assicurativa e classe di merito
Nel caso della Calabria, pesa anche una storica penalizzazione delle aree meridionali, spesso ritenute dalle compagnie più rischiose a prescindere dal comportamento individuale degli automobilisti.