Il Tribunale di Cosenza ha riconosciuto un cospicuo risarcimento a favore di una donna, che nel 2018 fu vittima di un grave episodio di malasanità. La paziente, all’epoca 50enne, ha dovuto affrontare un lungo e doloroso calvario clinico a causa di una grave infezione contratta durante un’operazione in una casa di cura cosentina.

Tutto ha avuto origine il 21 marzo 2018, quando la donna si sottopose a un intervento di istero-annessiectomia. Durante la procedura, eseguita presso la struttura sanitaria ora finita sotto accusa, si verificò una contaminazione del sito chirurgico con il Bacteroides fragilis, un batterio anaerobico normalmente presente nel tratto intestinale, ma altamente patogeno se introdotto nella cavità addominale.

L’infezione degenerò rapidamente in una peritonite, costringendo la paziente a due ulteriori interventi chirurgici e a un prolungamento della degenza. Fu necessario un trasferimento d’urgenza presso l’Ospedale di Cosenza, dove la donna fu sottoposta a una laparotomia mediana, che ha lasciato una evidente cicatrice addominale a T rovesciata.

Nonostante le cure, le complicazioni non finirono lì. Il cedimento della parete addominale mediana, con la formazione di un laparocele, rese necessario un ulteriore ricovero, avvenuto il 2 febbraio 2021, presso un’altra casa di cura del capoluogo. Lì la paziente si sottopose a un intervento di plastica della parete addominale e a lisi delle aderenze.

Secondo quanto stabilito dalla consulenza tecnica e fatto proprio dal Tribunale di Cosenza, il danno riportato ha comportato una menomazione dell’integrità psico-fisica pari al 20%, comprensiva di esiti cicatriziali evidenti (menomazione dell’efficienza estetica xifo-pubica); sindrome aderenziale intestinale; esiti da laparocele; disturbo post traumatico da stress.

A difendere la paziente è stato l’avvocato Marco Marino, del foro di Cosenza, che ha ottenuto un riconoscimento pieno delle responsabilità sanitarie e il conseguente risarcimento del danno biologico, patrimoniale ed esistenziale.