«Nella discussione è emerso chiaramente che da parte di tutti c’è unanimità nel ritenere che la città unica sia un’opportunità importante per i comuni, anche in virtù di una serie di aspetti positivi riconosciuti». Lo afferma in una nota il consigliere comunale di Cosenza Aldo Trecroci.

L’esponente democrat, delegato all’Istruzione, poi si domanda: «A che serve il referendum fatto in queste condizioni? Il problema fondamentale è che un referendum posto in questo momento nel quale la città unica è un contenitore privo di contenuto, diventerebbe esercizio retorico. La necessità che emerge dal documento presentato dalla maggioranza di Palazzo dei Bruzi è quella di andare a definire i contenuti e le criticità e come queste ultime si risolvono».

«La definizione dei contenuti e la risoluzione delle criticità, che esistono, non possono essere effettuate senza una larga condivisione e la partecipazione attiva delle comunità coinvolte, in primis dei consigli comunali che le rappresentano democraticamente. Fatte le dovute proporzioni – spiega Trecroci – la definizione della Città unica può essere paragonata alla nascita della nostra Costituzione. Questa è ancora “giovane” e attuale, a distanza di oltre 75 anni dalla sua promulgazione, perché partorita dopo un intenso e proficuo lavoro, oltre che di indubbia levatura intellettuale, cui parteciparono tutte le forze politiche democratiche e antifasciste».

«Essa quindi ha rappresentato e rappresenta tutti gli Italiani, siano essi laici, cattolici o socialisti, e proprio per questo “invecchia” con estrema lentezza. Analogamente dovranno essere definiti i contenuti e risolte le problematicità della città unica. Soltanto un approfondito lavoro, condiviso e meditato, potrà garantire la durabilità della fusione delle città di Rende, Castrolibero e Cosenza. Altrimenti – conclude Trecroci – qualunque decisione o scelta politica sarà di vita breve come quella della maggioranza partitica che la partorisce. Decisioni così importanti e culturalmente trasversali, devono essere ampiamente condivise e partecipate non soltanto formalmente, con un referendum che se fatto prematuramente diventerebbe, come detto, puro esercizio retorico dal risultato scontato ma inutile, sostanzialmente e nei contenuti».