Sgomento e disperazione: sono queste le parole scelte da quasi cento sindaci della provincia di Cosenza per descrivere la loro reazione alla notizia di nuovi treni in arrivo dall’Italia settentroniale. Vagoni carichi di «potenziali soggetti affetti da coronavirus» – scrivono i primi cittadini in una lettera – che esporrebbero ulteriormente al rischio di diffusione del contagio una Calabria «con un apparato infrastrutturale totalmente inadeguato a fronteggiare l’epidemia». Destinatari della missiva i procuratori di Cosenza, Castrovillari e Paola, ma anche il ministro dell’Interno, la presidente della Regione, il capo dellla Protezione civile, il prefetto di Cosenza e i comandanti delle varie Compagnie di carabinieri del territorio.

Le firme in calce, si diceva, sono tantissime: da quelle di chi guida comuni popolosi come Castrovillari, Rende o Corigliano- Rossano, fino ad arrivare ai primi cittadini di decine di piccoli centri disseminati nella provincia. Assente, invece, quella del sindaco del capoluogo Cosenza. Nonostante le disposizioni del Governo, scrivono gli amministratori, «è costante l’incremento del flussi di dimoranti che utilizzano le propensioni turistiche del territorio e la rilevante presenza di seconde case». E questo flusso indiscriminato dal Centro e dal Nord Italia verso la Calabria ha creato una situazione «che non consente più indugi».

Le richieste dei sindaci per tutelare i cittadini

Da qui la richiesta ai procuratori e alle forze dell’ordine: perseguire chi rientra contestandogli la violazione dell’articolo 438 del codice penale. Ossia quello che, specificano nella missiva, «tutela la salute pubblica, considerata quale insieme di condizioni di igiene e sicurezza della vita e dell’integrità fisica o salute della collettività, messa in pericolo dalla diffusione di germi patogeni». Quello in atto, infatti, sarebbe un vero e proprio «attentato» alla salute delle popolazioni locali, sempre più esposte ai pericoli del coronavirus. Il ricorso all’articolo 438 si giustificherebbe «per la rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero notevole di persone e l’ampia estensione territoriale del male».

Continuare così potrebbe rivelarsi fatale. Ecco dunque l’appello alle autorità «affinché azionino tutti i controlli del caso e i provvedimenti necessari». Quali? Controlli «rigorosissimi» sulle autostrade, presidiate dalle forze dell’ordine, e nelle stazioni, con eventuale sospensione del traffico ferroviario. «In questo momento drammatico – concludono – il futuro della Calabria dipende da noi».