«Bisogna rispettare il dato del referendum, il Consiglio regionale deciderà cosa fare». Con queste parole, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha commentato l’esito del referendum sulla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, in cui ha prevalso nettamente il “No”.

La dichiarazione del Presidente apre a due interpretazioni. La prima parte, «Bisogna rispettare il dato del referendum», sottolinea chiaramente che la volontà popolare, espressa con il rigetto della proposta di fusione, non può essere ignorata. Tuttavia, la seconda parte della frase, «il Consiglio regionale deciderà cosa fare», sembra contraddire questa affermazione, lasciando spazio a possibili ambiguità e incertezze sul futuro della proposta.

«Lasciare questa decisione al Consiglio regionale», affermano i segretari cittadini di Italia del Meridione, Francesco Intrieri (Cosenza), Francesca Cufaro (Rende) e Guido Greco (Castrolibero), «significa ignorare la volontà popolare e proseguire con un progetto che i cittadini hanno chiaramente respinto». Secondo loro, il Consiglio ha già dimostrato di essere un “organo impositore”, modificando la legge regionale per rendere il referendum meramente consultivo, nonostante il parere contrario di sindaci, associazioni e altri attori sociali.

La sconfitta del progetto di fusione, dicono i rappresentanti di IdM, è un chiaro messaggio politico: «Davide ha vinto contro Golia. I cittadini hanno dimostrato di non seguire più le logiche di potere imposte da un establishment distante dalla realtà». Hanno inoltre criticato il comportamento di alcuni consiglieri regionali, definiti «novelli politici», che hanno cercato di scaricare la responsabilità della sconfitta su altri, come il sindaco di Cosenza, invece di riconoscere il fallimento del progetto.

La nuova direzione politica auspicata dai rappresentanti di IdM guarda a una “primavera” di partecipazione democratica: «Le donne e gli uomini liberi della nuova primavera sono pronti a combattere con azioni democratiche per difendere le ragioni della gente e per indirizzare il processo verso una fusione più inclusiva e partecipata».

La richiesta al Presidente Occhiuto è chiara: «Non può delegare al Consiglio Regionale la responsabilità di decidere il futuro del progetto. Deve assumersi la responsabilità politica di fermare l’attuale proposta e avviare un percorso che rispetti davvero la volontà popolare».