Domani il Consiglio regionale darà mandato al Presidente della giunta Roberto Occhiuto di indire il referendum per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. La proposta di legge sulla città unica è particolarmente osteggiata dai “comitati per il no” sorti nei tre comuni interessati dall’iniziativa del centrodestra. Prima che il pubblico consesso inizi, tuttavia, il Partito Democratico chiederà agli altri capigruppo di sottoscrivere un documento con cui impegnarsi a procrastinare la data di scioglimento dei tre centri di governo a fine 2026-inizio 2027.

Leggi anche ⬇️

L’argomento “slittamento” martedì sera è stato solo accennato in alcuni interventi durante il convegno organizzato da Innova Rende sul tema “Rende e le prospettive politiche nell’area urbana”. Hanno partecipato alla discussione, tra gli altri, Francesco Adamo, Mimmo Talarico (Attiva Rende), Maria Pia Funaro (referente di Avs) e Sandro Principe (Federazione Riformista). Particolarmente sagace l’intervento dell’ex sindaco, di cui riportiamo il video integrale in apertura di articolo.

«L’Area Urbana ha delle realtà consolidate, ma oltre a Cosenza, Rende e Castrolibero, annovero anche Montalto Uffugo – ha spiegato ai nostri microfoni -. Qualsiasi amministratore di buon senso non può non notare e riconoscere l’importanza della sua area industriale. Pierluigi Caputo, diventato il leader della soppressione tra i consiglieri regionali, sostiene che l’area urbana già esista, ma omette un particolare. Non dice che esiste perché noi abbiamo creato la Nuova Rende, altrimenti Cosenza terminava a via Panebianco».

Sandro Principe rivendica un ruolo autonomista e democratico, ribadendo però che la parola spetti ai cittadini. Come Franz Caruso, che ieri ha definito “fascista” la legge, si scaglia contro la proposta formulata dai consiglieri cosentini di centrodestra. «Questa legge di fusione è liberticida e taglia la testa alle comunità impedendo loro di prendere l’iniziativa tramite i consigli comunali legittimamente eletti. Io vorrei vederla la città unica, ma dopo aver messo insieme i servizi. Quelli di Cosenza non hanno mai brillato e quelli di Rende sono decaduti al massimo: per i residenti sarebbe un disastro. Giorgia Meloni – ha tenuto a sottolineare – si arrabbia quando le si ricorda la cultura da cui proviene, ma il Governo avrebbe dovuto impugnare questa legge, contro cui noi ci opporremo». A tal proposito sono pronti i ricorsi contro la legge omnibus di maggio 2023 che ha modificato l’articolo 5 della legge 15 del 2006.

Chiusura dedicata all’esperienza commissariale che per l’ex consigliere regionale dovrebbe volgere al capolinea. «La triade si sforza di fare bene, ma Giuffrè, Correale e Albertini sono dei burocrati e non conoscono il territorio. Sotto alcuni punti di vista si sono perfino posti in continuità con l’amministrazione Manna, come sul Pnrr. Vogliamo parlare delle piste ciclabili che i cittadini smantelleranno o delle piazzette che avevano solo bisogno di una manutenzione? Rende, in tema di energia e ambiente, poteva essere all’avanguardia generando forti risparmi per i contribuenti, ma in Comune nessuno ha colto tale opportunità».