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Roberto Occhiuto sembra non avere dubbi: il Ponte sullo Stretto è indice dell’attenzione che ha il Governo verso la Calabria. Sempre che si faccia, naturalmente. Sul punto il presidente della giunta regionale non sembra avere dubbi e anzi dice che l’infrastruttura sarà da grande attrattore per nuovi investimenti in strade e ferrovie (Ponte sullo Stretto, il presidente Occhiuto: «Testimonia l’interesse del governo verso il Sud» (lacnews24.it).
Ma i dubbi aumentano, soprattutto in chi ha ascoltato il monologo di Michele Serra domenica sera a “Che tempo che fa”. Serra ha ricordato come il primo progetto del Ponte risale agli anni ‘70, ma non del ‘900, proprio del 1870. Allora era in carica il governo Zanardelli che promise un attraversamento, sopra o sotto il mare, per unire Calabria e Sicilia. Per 20 anni non si mosse nulla, tranne la terra. Il terribile terremoto di Messina che provocò oltre 80mila vittime consigliò prudenzialmente di mettere da parte il progetto. Ma la tentazione di realizzare l’opera non ha mai abbandonato i nostri politici. Mussolini disse di volerlo fare per maggiore gloria della Nazione, ma poi fu impegnato da altre, e peggiori, questioni. Nel 1981 Arnaldo Forlani vara la società Stretto di Messina che lavora alacremente per 20 anni ma non si sa bene a cosa. Bettino Craxi intanto promise il Ponte entro il 1998, ma ci volle il 2004 prima che Berlusconi portò il modellino dell’opera nel salotto di Bruno Vespa. Ancora oggi quel modellino è l’unica prova tangibile del Ponte.
Nel 2008 Prodi bloccò l’opera. Nel 2012 Mario Monti conferma il no all’opera e mette in liquidazione Eurolink la nuova versione della Stretto di Messina. Oggi Salvini dice che il Ponte si farà e che avrà un costo stimato di circa 4 miliardi di euro. Naturalmente salvo intoppi che si sa come vanno i preventivi in Italia.
Insomma, ha concluso Serra, gli unici che sono riusciti a collegare stabilmente Reggio e Messina sono gli antichi romani durante le guerre puniche. Plinio il vecchio racconta di questo ponte di barche utilizzato per trasportare gli elefanti. Da allora non si è mosso nulla di concreto e intanto per andare da Palermo a Ragusa, quindi nel perimetro della stessa Sicilia, servono 12 ore. Quasi quanto ai tempi degli antichi romani.
«Il presidente Occhiuto continua a seguire, senza apparenti problemi, la propaganda del governo nazionale, plaudendo a iniziative nelle quali neanche lui mostra di credere sul serio. Dopo aver votato a favore dell’autonomia differenziata, salvo poi affermare in Consiglio regionale che, sostanzialmente, non se ne farà nulla, adesso abbraccia con entusiasmo l’ennesima riproposizione salviniana del ponte sullo Stretto: solo che sa benissimo che non ci sono i soldi, non ci sono certezze sulla fattibilità dell’opera e, cosa davvero essenziale, non sono previste risorse effettive per le infrastrutture realmente indispensabili che mancano alla Calabria: Alta Velocità, 106, A2. Su queste, Occhiuto preferisce semplicemente procedere ad elencarle, senza accendere quei riflettori mediatici che, di solito, non esita a usare con disinvoltura quando ha un reale interesse a richiamare l’attenzione».
È quanto dichiara il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, che si mostra molto scettico sulla realizzazione dell’opera ed invita Occhiuto a lasciare da parte la propaganda per condurre una battaglia unitaria sulle vere emergenze calabresi.
«Non sono i semplici annunci che cambieranno le sorti della nostra terra e, soprattutto, non si può pensare di perseverare nell’inseguire la visibilità a scapito della credibilità: prima o poi, i nodi vengono al pettine. Quel che abbiamo proposto nell’Assemblea consiliare al governo regionale è chiaro: uniamoci tutti insieme per dare voce alle istanze autenticamente utili e necessarie ai calabresi e provare ad intervenire sui problemi fondamentali che impediscono lo sviluppo della Calabria. Il resto lasciamolo agli show di Salvini. Senza alta velocità e le infrastrutture indispensabili per evitare che gran parte dei territori calabresi rimangano isolati, a cosa serve il ponte? Siamo poi sicuri che con il ponte la statale 106 rimarrebbe centrale nell’agenda del governo o diventerebbe ancora più marginale?».
Insomma anche Bevacqua sembra pensarla come Michele Serra «i ponti sono opere straordinarie perchè uniscono, riducono le distanze, al contrario delle vuote promesse che sono appunto vuote e finiscono per allargare le distanze fra le parole e la realtà». Sì perchè come dice il vecchio adagio a proposito di parole, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.