di Elisa Barresi

Così come l’araba fenice, il Ponte sullo Stretto è risorto dalle ceneri per volontà di un Governo di centrodestra che in modo univoco da Roma arrivando in Calabria e Sicilia ha detto si alla mega opera. Indebolito il fronte del No, ma non del tutto sopito, la lotta tra favorevoli e contrari è ripresa così come negli anni d’oro. Era il 2011 quando Berlusconi inaugurò a Villa San Giovanni il primo cantiere che ha regalato quello ribattezzato ad oggi come l’ecomostro di Cannitello. Un’intubata ferroviaria al momento totalmente inutile rimasta li in attesa del ponte che non c’è. 

Almeno per ora considerando che Salvini sull’inizio dei lavori non ha dubbi. Questo ponte sa da fare. E con una legge passata dalle camere fermare il sogno di Berlusconi non sembra più cosa possibile. Anche se, secondo i nopontisti la valutazione dell’impatto ambientale potrebbe ancora ribaltare le carte e frenare nuovamente la corsa al ponte.  

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