«La segreteria provinciale nominata dal segretario Vittorio Pecoraro ha forti limiti politici e non tiene conto della pluralità delle sensibilità interne del Partito Democratico. Una segreteria che segna la rottura di una unità faticosamente costruita». E’ l’incipit di un duro comunicato del movimento ZonaDem fondato da Mimmo Bevacqua.

Il capogruppo del Pd alla Regione, con cui Pecoraro si è confrontato in modo acceso nei giorni scorsi, non è l’unico notabile del partito a non aver ricevuto rappresentanza nell’organismo interno. Si è notata tra le altre, anche l’assenza di figure riconducibili alla corrente di Francesco Boccia (incarnata localmente da Maria Locanto), di Graziano Di Natale, Antonio Tursi e di Franco Iacucci, che non ha inteso commentare l’elenco di nomi pubblicato ieri rivendicando un approccio da veterocomunista.

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La segreteria della Federazione provinciale di Cosenza del Partito Democratico ha una forte connotazione riconducibile da un lato alla corrente dell’ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando e dall’altro all’ex parlamentare Enza Bruno Bossio. Pecoraro ha evidenziato, però, di aver voluto puntare forte sulla rappresentanza dei territori concedendo un serie di nominativi dal Pollino alla Silla, dal Tirreno allo Ionio.

Evidentemente non è stato sufficiente per metterlo a riparo dal fuoco amico. Si tratta del secondo, pesante, intervento dopo quello che annunciava la nascita di Sfida Riformista, un’ennesima corrente composta da una serie di iscritti tra cui il sindaco di Mendicino Antonio Palermo e l’ex deputato Giacomo Mancini.

«Avevamo chiesto al segretario provinciale, come ZonaDem, di valorizzare merito e competenza, di dare voce ai territori, di promuovere il rinnovamento generazionale nei ruoli cardine dell’organizzazione. Prendiamo atto – evidenziano i fedelissimi di Bevacqua – che si è scelto di utilizzare un metodo vecchio e superato di spartizione, che premia figure istituzionali ed ex consiglieri regionali in netto contrasto con il percorso di rinnovamento e di inclusione portato avanti dal segretario regionale Nicola Irto. Il risultato è un organismo pletorico che non è funzionale ed operativo e che rischia di danneggiare anche l’attività di chi ha accettato in buona fede e con spirito di servizio verso il partito».

«Noi crediamo che il PD debba essere esempio e testimonianza di una politica innovativa ed inclusiva, in cui tutte e tutti siano parimenti rappresentati, senza pregiudizi e barriere ideologiche. Al contrario – affonda il colpo ZonaDem – le scelte di Pecoraro non risultano per nulla innovative e presentano una recondita volontà di definire una guida del PD a completo appannaggio di stagioni politiche superate e di personalità non legittimate dal congresso provinciale. Avevamo consigliato al segretario provinciale uno slancio di autonomia finalizzato ad evitare quello che è, di fatto, un auto-commissariamento».

«Registriamo di non essere stati ascoltati e prendiamo atto che da oggi la Federazione di Cosenza è senza segretario ed è proiettata al passato. Noi, dal canto nostro, non ci fermeremo, ma continueremo ad esercitare la funzione di garanzia verso un dibattito sano e plurale. Daremo seguito alle indicazioni della segretaria nazionale e del segretario regionale – conclude l’intervento di ZonaDem- e proveremo a mettere in campo iniziative politiche e strumenti di partecipazione che possano consentire alle tante iscritte ed ai tanti iscritti di esprimersi liberamente e senza necessità di sottostare ai diktat di chi ambisce a gestire il partito in modo padronale».