In Regione i consiglieri di centrodestra vanno spediti come un treno sulla questione città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero. L’obiettivo, da ciò che trapela, è portare in aula la legge in autunno. Il cronoprogramma stabilito a monte prevede lo scioglimento dei tre centri di governo il primo febbraio 2025, ma sulla data pare esserci elasticità. Fino a che punto lo si vedrà strada facendo.

Ieri la presidente della Commissione Affari istituzionali Luciana De Francesco ha invitato i parlamentari cosentini e il sindaco di Montalto Uffugo Pietro Caracciolo, mentre Franz Caruso vorrebbe intervenire a margine di tutte le audizioni. A prendere la parola, pertanto, sono stati i senatori Mario Occhiuto (FI) e Fausto Orsomarso (FdI) e la deputata Anna Laura Orrico, tra le altre cose fresca coordinatrice regionale del M5S.

«Come rappresentante istituzionale del territorio ho espresso delle osservazioni nella maniera più costruttiva possibile per evitare che si proceda ad una “fusione a freddo” di realtà contigue, è sotto gli occhi di tutti, eppure aventi profili ben precisi. Detto ciò – ha precisato durante l’audizione – non sono, non siamo, aprioristicamente contrari all’idea della unione dei comuni dell’area urbana bruzia ma consideriamo importante il metodo oltre che il merito».

«Per rispettare, però, un sano percorso di partecipazione democratica sarebbe stato auspicabile coinvolgere concretamente sia i cittadini che le assise che li rappresentano – ha detto Anna Laura Orrico -. I referendum previsti sono solo consultivi ad esempio e sindaci e consigli comunali non avranno voce in capitolo. Andrebbero proposti loro studi di fattibilità economica, sociale e culturale (l’Unical non rappresenta un’eccellenza del territorio nel campo?) per meglio comprendere il cambiamento ed alimentare il dibattito. Ed in particolare, Rende, ora priva di rappresentanza politica, come farà?».

«Così procedendo – ha concluso la leader calabrese del M5S – appare una scelta verticale dell’Ente regionale che non riesce a colmare il vuoto di fiducia fra istituzioni e cittadini. E’ vero che la politica deve possedere una visione, ma questa deve servire esclusivamente i territori e mai interessi di parte».