Sembra infinito il congresso provinciale del Pd di Cosenza. A distanza di settimane dal voto si attende ancora il responso finale di Roma sui congressi di tre circoli importanti come Rende, San Giovanni in Fiore e Crosia. Ne abbiamo parlato con Pino Le Fosse, candidato alla segreteria provinciale del Pd. E’ lo sconfitto dal congresso anche se lui dice che il partito , oggi, è una mela spaccata a metà con 27 suoi delegati all’assemblea provinciale e 33 esponenti della mozione Lettieri.

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«Al di là dei ricorsi stessi, il fatto burocratico in sé ha prevalso e continua a prevalere – dice Le Fosse – sia nella fase del congresso e sia ora che il congresso è finito, i temi politici sembrano spariti,   che sono quelli che dovrebbero davvero interessare non solo il partito, ma le persone, quelli che guardano con interesse al PD. Le burocrazie interne tutte avvinghiate continuano ovviamente a ragionare solo in termini burocratici». In effetti di politica durante il congresso si è parlato poco. Piuttosto si è delineata una sorta di guerra per bande.

«A me questa cosa intristisce, non voglio dire che la rigetto, per carità è una lettura  assolutamente legittima, ma io sono un umile dirigente politico di un circolo che cerca di dare il suo contributo, non appartengo a nessuna corrente politica tanto meno a bande. Certo, ci sono state delle mozioni composte da varie personalità… lei ha citato Nicola Adamo, politico di razza che ha appoggiato il progetto che stava alla base di un territorio, quello della Sibaritide, importante nello scenario provinciale, forse non solo. Adamo si è messo a fianco a questo progetto, ma non solo lui, tantissimi dirigenti. Noi abbiamo vinto il congresso, negli undici circoli più importanti della provincia di Cosenza, potrei citare Corigliano Rossano, Cosenza, Acri, Belvedere, Amantea, Castrovillari, dove si fa veramente un po’ di politica ancora. Poi esattamente in 12 circoli nel resto della provincia, è successa una cosa molto strana: il mio competitor ha vinto 100 a zero, quindi è palese che c’è qualcosa che non torna, ma ripeto, non è un fatto burocratico, è un fatto politico».

Le Fosse contesta poi questa visione di un nuovo gruppo dirigente, fatto di giovani, pronti a rottamare il partito. «Le faccio un piccolo esempio. Avevo chiesto uno slittamento dell’assemblea fissata per il 15 perché c’era un’esigenza  particolare che mi vedeva impegnato e siccome penso che sarebbe stato utile presenziare  alla prima assemblea, penso che sia normale concordare una data. Giovani o non giovani, quando si è in presenza di una richiesta  così semplice, io penso che non si possa non accogliere, invece mi è sembrato che anche su cose banali, al di là di questo, la novità non si è vista.

A parte questa battuta, le idee non sono quelle di giovani che sono cresciuti nei senati accademici o nelle associazioni  studentesche, universitarie, cosa nobilissima, io stesso a suo tempo ne ho fatto parte, ci  siamo abbeverati anche a queste modalità, ma ovviamente poi l’esperienza deve portare a fare altro nella vita e avere l’umiltà anche, secondo me, di seguire dei passaggi che ti fanno davvero crescere, nelle battaglie che si fanno sui vari territori, non semplicemente l’autoproclamazione di un nuovo, di uno pseudo giovanilismo che è solo anagrafico. Poi oggi nella Federazione di Cosenza abbiamo soltanto 2000 tesserati, al punto che soltanto in 60 comuni si è potuto votare perché si era al di sopra dei 5 iscritti. Allora rottamiamo pure, ma poi cosa rimane? Allora stiamo parlando del nulla, qua c’è qualcuno che pensa di fare il padrone del vapore, ma il vapore non c’è più»

«C’è un partito – conclude Le Fosse – che è variegato nella sua conformazione, che ha mostrato comunque un po’ di vitalità e un po’ di attenzione da parte dei nostri iscritti, non facciamolo scemare, valorizziamolo, ho detto a Matteo Lettieri le poche volte che  ho avuto la possibilità di parlarci; facciamo in modo che tutto possa essere messo a fattor comune, possa essere messo a lavorare su un progetto condiviso,  ma in ogni caso presentaci il tuo di progetto e questa cosa purtroppo ad oggi non si è potuta realizzare. Io non dispero, voglio sperare che prima che si possa tenere la prima assemblea  e poi anche dopo ci siano le condizioni di fare questo lavoro, altrimenti è chiaro che  ci sarà un rinsecchimento ulteriore»