«Tra 10 giorni, termineremo la valutazione di tutte domande; abbiamo mandato 6200  flussi all’Inps che potenzialmente potrebbe pagarli in un’ora». L’assessore al Lavoro regionale, Fausto Orsomarso, non ci sta a far passare la Calabria come colpevole dei ritardi nei pagamenti delle Cig in deroga.

Assessore Orsomarso, la Regione sta inviando le domande all’Inps al rallentatore o c’è dell’altro?

«Da parte nostra non c’è alcun ritardo, anzi. Su 16640 domande che ci sono pervenute, da cui vanno tolte 1500 che sono risultate doppioni, ne restano solo 5mila da valutare, e in 10 giorni finiremo completamente il lavoro, ma è l’Inps che deve pagare non noi». 

Sul sito dell’Inps risultano, dati aggiornati a ieri, 4636 domande decretate.

«Se noi inviamo i flussi e poi non vengono caricati, sono problemi loro non nostri. Fino ad oggi abbiamo decretato 6200 domande, per un totale 30 milioni di euro, ma evidentemente l’Inps non ha ancora caricato i nostri flussi».

Quindi dov’è l’inghippo? 

«Non qui, non da noi. La Regione Calabria, ha fatto gli accordi sindacali in tre giorni. Il giovedì mi sono insediato, venerdì è arrivato il decreto, lunedì ho firmato l’accordo con i sindacati. Non voglio fare polemica, ma non deve passare il messaggio che la Regione è responsabile se alla gente non è arrivata la Cassa integrazione, dicendo così si dà una falsa informazione. Guardando i flussi delle altre regioni, la Calabria è avanti rispetto anche a Lombardia, Piemonte, Sicilia».

È tutta colpa dell’Inps quindi?

«Non voglio polemizzare con nessuno, men che meno con Tridico (presidente dell’Inps n.d.r). Bisogna ammettere che l’Inps è stato oberato di lavoro visto che deve occuparsi della Cassa integrazione ordinaria, di quella in deroga, del Fis e del bonus che non è neanche arrivato a tutti. Il governo forse ha sbagliato a sovraccaricarlo in questo modo». 

E che avrebbe dovuto fare?

«Saltare la parte dell’accordo sindacale e mandare i soldi alle imprese direttamente». 

Il punto è che la gente vuole sapere quando riceverà il denaro.

«È una domanda legittima a cui io non posso rispondere. Dal canto mio posso dire di avere incrementato il mio gruppo di lavoro portandolo da 4 a 22 unità, il che ha permesso il disbrigo di così tante pratiche in poco tempo. Abbiamo lavorato tutti senza fermarci neanche l’1 maggio, perché sapevamo che da noi dipendeva il futuro di tante famiglie». 

Quindi in 10 giorni contate di finire la vostra parte di lavoro.

«È un iter molto complesso, ma sì tra 10 giorni completeremo tutto. Consideri che ci sono molti passaggi non proprio immediati, anche perché la Cassa integrazione in deroga abbraccia una platea molto ampia. Per velocizzare il tutto dall’11 maggio avremo a disposizione anche una piattaforma tecnologica che snellirà la procedura e permetterà di fare in una settimana il lavoro che normalmente si fa in 20 giorni».

Insomma la palla passa all’Inps che deve materialmente pagare.

«Ho rispetto per tutte le istituzioni ma l’Inps non può scaricare la colpa sulla Regione. La Lombardia ha addirittura denunciato Tridico, noi non denunciamo nessuno, lavoriamo e basta ma non dobbiamo essere bersagliati ingiustamente. Se l’Inps ad oggi avesse pagato i nostri 6mila flussi, le persone sarebbero state molto più tranquille perché avrebbero avuto la consapevolezza che, rispettando l’ordine cronologico, presto sarebbe toccato anche a loro ricevere i soldi. Il fatto è che su 6200 domande mandate da noi, l’Inps ne ha pagate 400 e su 173mila domande nazionali, decretate con i flussi, solo 29mila sono state liquidate, vuol dire che c’è un problema».