La consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface, componente della Quarta Commissione “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente” e presidente della Terza Commissione, ha annunciato che a breve sarà pubblicato il bando per la messa in sicurezza degli argini del fiume Crati. Straface ha chiarito che i lavori procedono regolarmente e senza blocchi, con un cronoprogramma dettagliato che porterà all’avvio del cantiere già nei primi giorni di gennaio 2025. «Gli espropri sono già iniziati» ha evidenziato.

Messa in sicurezza degli argini del Crati, investimento da 6 milioni

Secondo quanto annunciato, entro dicembre verrà pubblicata la decisione a contrarre, atto preliminare necessario per avviare la gara d’appalto. Successivamente, nei primi di gennaio, si procederà con l’apertura dei cantieri per lavori che prevedono un investimento complessivo di circa 6 milioni di euro. L’intervento è supervisionato dal Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, che sta coordinando le attività amministrative e progettuali.

Straface ha inoltre evidenziato il lavoro svolto sulla progettazione esecutiva, trasmessa all’Ufficio del Commissario lo scorso 25 novembre per una fase di verifica e integrazione. Il progetto è attualmente sottoposto a osservazioni da parte della società incaricata, che ne validerà la conformità. Una volta completata questa fase, sarà possibile procedere con la gara d’appalto a valenza europea, in considerazione dell’importo dell’opera superiore alle soglie previste dal Codice dei Contratti.

Progetti integrativi e collaborazione istituzionale

Pur riconoscendo l’importanza di questo intervento specifico, l’esponente azzurra della Regione Calabria ha sottolineato che non sarà risolutivo per il completo contenimento delle portate del Crati, in particolare nella zona terminale dopo la confluenza con il fiume Coscile. Per questo motivo, ha auspicato una programmazione integrata ed evolutiva, che tenga conto delle esigenze del territorio e dei rischi idrogeologici in un’ottica più ampia.

«Interventi specifici e puntuali come questo – ha concluso Pasqualina Straface – benché contribuiscano alla messa in sicurezza dei luoghi, non sono da considerarsi risolutivi e/o esaustivi per il contenimento delle portate del fiume Crati soprattutto nella sua parte terminale dopo la confluenza con il fiume Coscile. Sarà necessario procedere con una programmazione integrata ed evolutiva di approccio al problema, mirata al contenimento del rischio con la protezione dei beni esposti, nel rispetto degli aspetti urbanistici e di gestione del territorio. In tal senso si sta lavorando congiuntamente al Dipartimento dei Lavori Pubblici e dell’Autorità di Distretto dell’Appennino Meridionale».