A Cosenza si accende lo scontro politico tra il consigliere di minoranza Michelangelo Spataro e il sindaco Franz Caruso. A innescare la polemica, le dichiarazioni del primo cittadino in conferenza stampa sui corsi comunali e sui criteri di assegnazione, durante la quale ha fatto riferimento anche a presunte irregolarità legate a una concessione che coinvolgerebbe, secondo le sue parole, il figlio del consigliere Spataro.

La replica di Spataro, intervenuto insieme al commissario cittadino di Forza Italia, è stata ferma e indignata: «Sono rimasto esterrefatto dalle parole del sindaco. Avevamo chiesto chiarimenti come consiglieri di minoranza sui criteri con cui si era arrivati alla scelta dei vincitori dei corsi, evidenziando in una nota come, già in fase di composizione della commissione concorsuale, avevamo suggerito di nominarne una esterna. Il sindaco, invece di fornire risposte nel merito, ha divagato e ha scelto di attaccare personalmente, diffamando mio figlio senza alcun fondamento».

Secondo Spataro, il sindaco avrebbe alluso pubblicamente a una presunta morosità legata a una concessione comunale riconducibile a suo figlio, Leonardo Spataro. «Mio figlio non risiede nemmeno a Cosenza, ma a Dipignano. Non è moroso, ha pagato recentemente un debito di appena 20 euro. Non è titolare di nessuna concessione né figura in alcuna società. Era nella compagine societaria ma ne è uscito nel 2021. È un professionista stimato in ambito sanitario e anche insegnante di sostegno. Non si può infangare il suo nome in questo modo. Si tratta di un attacco gratuito e infondato».

Spataro ha annunciato che la questione potrebbe sfociare in un’azione legale per diffamazione: «Leonardo ha già incaricato uno studio legale di Roma. Questa è una diffamazione a mezzo stampa. Il sindaco ha travalicato i limiti della politica: quando si passa all’attacco personale si sporcano le istituzioni».

Il consigliere ha poi ricordato di aver chiesto in passato, insieme al gruppo di minoranza, un approfondimento in merito alla gestione delle concessioni, con una richiesta rivolta ai presidenti delle commissioni cultura e bilancio. Tuttavia, secondo Spataro, dopo pochi giorni sarebbe arrivata una delibera di giunta che ha estromesso i consiglieri dalla questione, affidandola a una società esterna tramite manifestazione di interesse.

Infine, il consigliere ha voluto ribadire il proprio impegno e correttezza durante il suo precedente incarico di assessore: «Non ho mai approfittato del mio ruolo. Quando ero assessore non ho consumato nemmeno una risma di carta, ho sempre comprato tutto di tasca mia. Nessuno può mettere in dubbio la mia integrità».

Lo scontro si preannuncia ancora lungo, e le accuse lanciate in sede pubblica potrebbero presto avere strascichi legali. Intanto, la vicenda aggiunge ulteriore tensione al già complesso clima politico del Comune di Cosenza. «Abbiamo ormai superato ogni limite – ha concluso -. Già un anno fa, il sindaco ha rimosso dai beni alienabili immobili di valore, assegnandoli a un’associazione: parliamo di Sant’Ippolito e dell’ex scuola elementare, concessi per appena 2.500 euro al mese. È chiaro che la battaglia politica è iniziata, e mancano ancora due anni alle prossime elezioni».

«Dovete sapere che il primo atto ufficiale del sindaco, il 3 dicembre 2021, è stato proprio la richiesta di rilascio di un immobile da parte di questa società. Se davvero avesse voluto occuparsi seriamente del patrimonio comunale, avrebbe dovuto allargare il campo d’azione, visto che ci sono contenziosi milionari in corso. Invece ha scelto di concentrarsi solo su questa realtà, probabilmente influenzato da un esponente socialista che, durante la campagna elettorale, continuava a ripetergli: ‘Colpisci questa società’. Il sindaco non ha le carte e per questo ne risponderà in tribunale».