Il Partito Democratico è una colonna di Palazzo dei Bruzi. Evidentemente, però, solo una parte: quella che oggi ha in mano la segreteria provinciale. E’ per questa ragione che quattro tesserati hanno chiesto con urgenza la convocazione di un’assemblea al circolo cittadino. Si tratta di Giacomo Mancini, Saverio Carlo Greco, Sergio De Simone e Giulio Palma.

In un documento indirizzato anche segretario regionale Nicola Irto, puntano il dito contro l’amministrazione comunale per la gestione economica dell’Ente e associano, in termini sarcastici, il nome di Francesco De Cicco a quello di Franz Caruso. Il tutto by-passando completamente il capogruppo in Consiglio comunale Francesco Alimena. Che, da quanto trapelato, non ha gradito per nulla la sortita dei suoi colleghi di partito proprio nel giorno in cui è arrivato l’ok della Cosfel.

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«I richiedenti – si legge nella nota – ricordano i tanti avvisi manifestati in questi anni circa l’impreparazione della compagine Caruso-De Cicco sulla materia di bilancio. Richiamano le parole da ultimo messe nero su bianco dal Collegio dei Revisori, sullo squilibrio patologico dell’Ente e sulla situazione disastrosa dell’Amaco. Secondo loro, in pratica, due anni di amministrazione Caruso-De Cicco sono passati invano per il risanamento dell’Ente, con l’effetto che il comune versa in una condizione di perenne dissesto e non riesce nemmeno ad approvare il Bilancio preventivo 2023 nei termini di legge, con grave pregiudizio per i servizi essenziali e disagio per i cittadini, costretti a pagare le imposte comunali alle aliquote massime e le tariffe per i servizi a livelli sproporzionati alla qualità dei servizi». Parole di critica feroce, inaspettate da ambienti democrat, sebbene indipendenti.

«E cosa fa l’amministrazione in tutto ciò? Approva un piano di risanamento sbagliando il riferimento normativo per i comuni dissestati, buscandosi la sonora bocciatura della Corte dei Conti – dicono ancora -. Proprio loro che avevano promesso di portare le carte delle precedenti amministrazioni alla Procura della Repubblica».

Giacomo Mancini, Saverio Carlo Greco, Sergio De Simone e Giulio Palma si chiedono come si possa immaginare «dopo due anni in cui si è maturato un tale disastro amministrativo (in pratica l’Ente è esattamente al punto di partenza di avvio consiliatura), di procedere ad un rimpasto per sostituire l’assessore al bilancio. Secondo loro, quello che abbiamo di fronte sembra piuttosto il fallimento di questa compagine amministrativa e richiederebbe un azzeramento programmatico e organigrammatico dell’intero Ente (che coinvolga giunta, strutture e dirigenza) per una ripartenza che, peraltro, deve avvenire in tempi rapidi e con uomini e idee utili a riconquistare posizioni in tempo utile per le prossime elezioni europee».

I quattro tesserati del Pd ritengono infine «che sarebbe invece ulteriormente dannoso per il partito se si cercassero inutili equilibri alchemici tra le varie personalità impegnate a gestire il potere comunale, tentando di mettere d’accordo i più recalcitranti con operazioni di rimpasto di bassa lega».