Sono i locali del Museo del Presente di Rende a tenere a battesimo la costituzione del Comitato per il No alla fusione del comune del Campagnano, con Cosenza e Castrolibero. Da qui parte di fatto la campagna elettorale in vista del voto del primo dicembre. L’assemblea pubblica convocata per il pomeriggio di ieri, 18 ottobre, riunisce esponenti di partiti, associazioni, movimenti politicamente schierati spesso su sponde trasversali e contrapposte ed oggi però allineati lungo la medesima posizione di contrarietà rispetto alla costituzione di un unico grande municipio dell’area urbana.

Un fronte che si presenta compatto la cui principale sfida è quella di convincere i cittadini a recarsi alle urne, sempre che la giustizia amministrativa chiamata a decidere sui ricorsi presentati dal comitato stesso e dai comuni di Cosenza e Castrolibero, confermi la data del referendum. «Ci aspettiamo un giudizio equo e che tenga in debita considerazione i rilievi contenuti nelle memorie depositati – dice Pierpaolo Iantorno, ex assessore e consigliere comunale – Ma dobbiamo andare oltre le questioni legali. Per cui, anche se non condividiamo il percorso che ha condotto alla indizione del referendum, se la consultazione si svolgerà, da rendesi dobbiamo andare a votare no per ribadire i principi di libertà e democrazia che hanno sempre contraddistinto la nostra città».

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Sala gremita con numerosi ex amministratori in prima fila a ribadire le ragioni della loro decisa opposizione al provvedimento adottato dal consiglio regionale e sostenuto a Palazzo Campanella dalle forze di centrodestra e centrosinistra. Dieci le sigle alle spalle del comitato. Nuova Rende, Rende Sì, Federazione Riformista, Idm, Aria Nuova, La Fenice, Movimento Civile Calabrese, Attiva Rende, Innova Rende, La Primavera di Rende e Rende l’Idea. Al tavolo dei relatori, tra gli altri, il docente universitario Battista Sangineto, i membri del comitato Clelio Gelsomino, Amerigo Castiglione, Maurizio Bonofiglio, Massimo Ladeda e poi Anna Vercillo, cittadina sostenitrice delle ragione del no. 

Note di biasimo sono giunte nei confronti della terna commissariale oggi in carica alla guida di Rende. «Il comune rischia l’estinzione e loro non hanno battuto ciglio. È una loro decisione rispettabile fino a un certo punto. Perché rappresentano la comunità di Rende e  dovrebbero intervenire laddove i diritti della comunità stessa possano essere lesi – così Amerigo Castiglione, ex amministratore comunale – Ogni cittadino dovrebbe sentirsi offeso di questa imposizione che giunge dall’alto, da pochi consiglieri regionali che dovrebbero occuparsi di ben altre priorità». Nel video allegato l’intervista che Castiglione ha rilasciato al nostro network