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Detto fatto. Ieri in Consiglio regionale, la Governatrice della Calabria Jole Santelli aveva annunciato la decisione di bloccare i ricoveri dei pazienti Covid-19 negli ospedali Spoke della Calabria, e in particolare in quelli di Cosenza. Un chiaro messaggio all’Asp di Cosenza e soprattutto al commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli che aveva istituito i presidi Covid-19 prima a Castrovillari e poi a Cetraro. Oggi, invece, la presidente della Regione Calabria, d’intesa con il direttore generale del Dipartimento Salute, Antonio Belcastro e con il commissario ad acta, Gen. Saverio Cotticelli, hanno inviato una circolare a tutte le Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria.
Nella missiva si fa riferimento ai pazienti affetti dal coronavirus che non possono rimanere negli ospedali Spoke, perché mancano i requisiti minimi di sicurezza. Questi presidi ospedalieri, tuttavia, devono servire per fare la diagnosi, attraverso l’esecuzione della Tac polmonare e del tampone (LEGGI QUI L’ULTIMA NOTIZIA). Infatti, tutti gli ospedali della provincia di Cosenza sono dotati della tenda pre-triage che ha la funzione di selezionare i pazienti sospetti (LEGGI QUI COME FUNZIONA) in base alla gravità della situazione. Se il caso, oltre che accertato, è grave, il malato deve essere portato nell’ospedale Hub. Il senso è questo.
Cosa ha scritto la Santelli ai commissari delle Asp calabresi
«Si richiama l’attenzione delle SSLL circa la pedissequa e puntuale applicazione di tutte le Ordinanze emanate da Presidente della Regione ai sensi dell’art. 32 della Legge 23 dicembre 1978, n.833, già invocata nella precedente comunicazione del 19 marzo 2020, prot. 114175. In particolare si rafforza l’indicazione per la quale «è fatto divieto alle Aziende Sanitarie Provinciali e alle Aziende Ospedaliere regionali di adottare qualsiasi autonomo provvedimento o determinazione correlati all’emergenza coronavirus, non derivante da puntuali disposizioni regionali o nazionali, se non preliminarmente concordato con il soggetto attuatore, che si avvarrà dei soggetti delegati di cui all’Ordinanza n. 2/20».
«Con l’occasione, si anticipa che nell’imminente aggiornamento del Piano Operativo» scrivono Jole Santelli e Antonio Belcastro «saranno recepiti gli indirizzi condivisi con gli organismi centrali e le altre Regioni in base ai quali si consiglia di concentrare tutte le attività Covid negli Ospedali Hub che garantiscono continuità assistenziale per tutti i livelli di complessità (dalla degenza ordinaria alla terapia sub intensiva fino alla terapia Intensiva) ed a quelle che saranno indicate nel Piano Operativo in quanto indifferibili (chirurgia oncologica, cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva cardiologica, etc.), in aree distinte ed Isolate da quelle utilizzate per le attività COVID-19» si legge nella circolare.
«In questa fase i Presidi Ospedalieri delle Aziende Sanitarie Provinciali continueranno ad assicurare l’erogazione delle prestazioni svolte, lui comprese quelle in favore di pazienti COVID-19 attualmente degenti, integrando, altresl, le attività precedentemente assicurate dagli HUB, oltre all’attività di pazienti, COVID-19 guariti e non COVID, non ancora dimissibili a domicilio. Qualora l’evoluzione dell’epidemia dovesse renderlo necessario anche questi Presidi Ospedalieri saranno utilizzati per attività COVID sulla base di uno scenario dinamico e graduale. Nell’attesa, le SS.LL. si asterranno da qualsiasi ulteriore iniziativa che implichi la rimodulazione delle attività assistenziali prestate nei propri Presidi ospedalieri» conclude la missiva.