Le indagini sulla morte di Mario e Giuseppe Spinelli, i due cugini di 46 e 39 anni ritrovati senza vita nelle loro abitazioni a Falerna Superiore, potrebbero avvalersi di nuovi elementi grazie alla testimonianza dell’unico sopravvissuto. Il terzo uomo, che aveva partecipato alla serata con le vittime, era finito in ospedale dopo aver accusato un malore. Ricoverato e poi dimesso, potrebbe ora fornire dettagli fondamentali agli investigatori per ricostruire le ultime ore della tragica vicenda.

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Secondo una prima ricostruzione, la sera prima della tragedia i tre si trovavano insieme nella casa di uno di loro, dove avrebbero consumato alcol e sostanze stupefacenti. La mattina successiva, Mario Spinelli è stato trovato morto nel suo letto, mentre Giuseppe giaceva riverso sul pavimento della cucina. All’interno dell’abitazione i carabinieri hanno rinvenuto pasticche e bottiglie di superalcolici, rafforzando l’ipotesi che un mix di droga e alcol sia stato fatale per le due vittime.

Un primo esame medico-legale ha escluso segni di violenza sui corpi, confermando che il decesso sarebbe riconducibile all’assunzione di sostanze stupefacenti. Mario Spinelli, in passato, era stato arrestato per possesso di droga a bordo di un treno proveniente da Roma e successivamente assolto dall’accusa di guida sotto l’effetto di cannabinoidi.

L’autopsia, ora attesa, potrebbe chiarire il tipo esatto di sostanza che ha causato la morte dei due cugini e fornire spunti utili agli inquirenti, che stanno cercando di risalire alla rete di spaccio. In base agli sviluppi dell’indagine, la Procura potrebbe contestare il reato di morte come conseguenza di un altro delitto (articolo 586 del codice penale) all’eventuale fornitore della droga. Un’ipotesi già verificatasi in passato nel Lametino, dove altri giovani sono deceduti dopo aver assunto sostanze stupefacenti tagliate male.

Oltre a stabilire con certezza le cause del decesso, gli investigatori stanno cercando di ricostruire i movimenti delle vittime nelle ore precedenti la tragedia.