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A Cosenza è stata inaugurata una termoculla, un dispositivo che consente di lasciare in anonimato un neonato in sicurezza. Tuttavia, questa misura non aiuta davvero le donne in difficoltà: le spinge a nascondersi e a partorire in solitudine, senza assistenza medica, psicologica o sociale.
Esistono già strumenti efficaci come il parto in anonimato, che tutela sia la madre che il bambino e garantisce cure adeguate. Le termoculle, invece, risultano poco utilizzate e inefficaci nel rispondere ai problemi delle maternità difficili. In Italia ne esistono 62, ma non sono regolamentate da una normativa specifica.
La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di affidarlo all’ospedale, assicurandogli protezione e assistenza. Per questo, è necessario investire su ciò che funziona davvero. Ogni donna merita supporto, ascolto e sicurezza.
La sanità pubblica deve garantire il diritto al parto in anonimato! Serve una campagna regionale che informi:
“Il parto in anonimato è un diritto. Gli ospedali pubblici sono pronti ad accogliervi.”
*Monica Zinno
Associazione Infanzia e Adolescenza Gianni Rodari