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Di Roberto Le Pera*
La Camera penale, giorni addietro, ha salutato l’insediamento del Procuratore ricordando che il Tribunale è il sacro luogo della giurisdizione in cui il diritto di difesa, che è la più alta estrinsecazione dell’Avvocato nella Costituzione, rende lo stesso non un ospite ma il protagonista della vita giudiziaria nel Tribunale.
Ed è questo concetto di Avvocatura che ci ha portato in trincea quando ci siamo avveduti che questa città era divenuta l’unica -certamente in Calabria, forse in Italia- con un Palazzo di giustizia divenuto vuoto simulacro in quanto non idoneo per celebrare determinati processi.
In quella trincea siamo stati al fianco di commilitoni di rango istituzionale: la nostra Presidente Ornella Nucci con tutto il COA di Cosenza, il nostro Primo Cittadino, l’Avvocato Sindaco Franz Caruso con i suoi incalzanti interventi in seno al Dicastero della Giustizia e, da lì in poi, parlamentari e consiglieri regionali.

Illustre Presidente, nella Sua funzione riconosciamo i più alti valori dello Stato di diritto con cui l’Avvocatura penalista si sente onorata di continuarequell’incessante dialogo sui diritti e per i diritti, fra Donne e Uomini in Toga che si rispettano profondamente e che non hanno bisogno di frapporre tra loro ostacoli perché consapevoli di essere accomunati dalla cultura della giurisdizione.
Ma, oggi, che è una giornata del diritto e dei diritti, mi sia consentito di parlare di altro !
In questa giornata di diritto e dei diritti, non posso esimermi di rivolgermi alle istituzioni presenti, quali rappresentanti della nostra Carta costituzionale, nonché ai media, megafono di quegli stessi diritti, con due riflessioni.
La prima.
Quel macabro contatore di morti per suicidi nelle carceri italiane, che è affisso all’ingresso del nostro Tribunale, oramai conta 1856 suicidi dal 1992 ad oggi, di cui ben 123 negli ultimi 17 mesi: mediamente due persone, ogni settimana.
La seconda. Che coinvolge la vita degli esseri umani più indifesi.
La Camera penale è associazione di diritto e di diritti che, come tali, non hanno confini territoriali. Mi rivolgo ai media, affinché ricordino sempre quell’alto ruolo da “cane da guardia della democrazia” che la Corte europea gli ha assegnato, che non consente alcuna museruola dinanzi a quei 40.000 bambini palestinesi morti e feriti in oltre un anno di conflitto.
Tutto questo non può continuare nel silenzio delle nostre società. Non sopitevi mai, donne e uomini della libera informazione; divincolatevi dal tentativo del guinzaglio e del collare; create un tumulto mediatico culturale così forte da non consentire più che il naturale pianto di un solo bimbo palestinese in grembo alla sua mamma si trasformi in due bare.
*Presidente Camera Penale Cosenza