Si accende lo scontro tra i sindacati e Enel. Dopo settimane di tensioni e trattative interrotte, le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno proclamato uno sciopero per la mattinata del 29 maggio, con presìdi di protesta davanti alle sedi Enel di Rende e Reggio Calabria, nell’ambito della vertenza aperta contro e-distribuzione, la controllata Enel che gestisce le reti elettriche sul territorio.

Nel mirino dei sindacati ci sono la modifica unilaterale dell’orario di lavoro per oltre 7.000 operativi, definita “epocale” e senza alcun confronto, e le esternalizzazioni di attività considerate “core”, ovvero centrali per il funzionamento dell’azienda. «Enel lancia una sfida senza precedenti a lavoratori e sindacato», si legge nella nota unitaria, che parla di un attacco alle tutele e di una riduzione ingiustificata del costo del lavoro.

Le organizzazioni sindacali puntano il dito contro una gestione che, a loro avviso, guarda solo agli interessi degli azionisti: «Enel, azienda a controllo pubblico, gestisce un servizio di pubblica utilità. Ha ricavi altissimi e un costo del lavoro che pesa poco sul bilancio, ma preferisce comprimere diritti e non investire sulla qualità del servizio e sull’occupazione», scrivono i sindacati.

La protesta segue un periodo di sperimentazione del nuovo orario in quattro Unità Territoriali (Brindisi, Como, Pozzuoli e Udine-Gorizia-Trieste). Secondo i sindacati, i risultati sono stati tutt’altro che soddisfacenti: nessun miglioramento rilevante su produttività e qualità del servizio, mentre si aggrava il disagio per i lavoratori, costretti a orari che complicano la conciliazione vita-lavoro, in un contesto già segnato da carichi pesanti e carenza di personale.

I sindacati sottolineano anche come le nuove assunzioni, pur importanti, non siano sufficienti a colmare le uscite previste fino al 2026, e denunciano una situazione critica soprattutto nel Sud, dove gli investimenti legati al PNRR rischiano di essere compromessi da una riorganizzazione frettolosa e priva di visione.

«Stiamo contrastando – si legge ancora nella nota – un atteggiamento del management Enel esclusivamente orientato al profitto e non al bene comune. La Calabria, in particolare, ha bisogno di investimenti che garantiscano qualità del servizio e accompagnino davvero la transizione energetica».

Il 29 maggio, dunque, la protesta torna in piazza, dopo la prima mobilitazione tenutasi a Catanzaro il 12 maggio. I sindacati annunciano la riapertura formale della vertenza e promettono nuove azioni: «L’azienda ha scelto la rottura, ora tocca ai lavoratori farsi sentire».